BARI - Una telefonata può cambiare tutto. È accaduto ancora una volta al Policlinico di Bari, dove è stata eseguita con successo una donazione di cellule staminali emopoietiche da midollo osseo. Il donatore, iscritto al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo (IBMDR), è stato selezionato per la compatibilità con un paziente affetto da una grave malattia del sangue, offrendo una concreta speranza di guarigione.
Le cellule prelevate sono state immediatamente inviate al centro trapianti competente, dove il paziente ricevente sarà sottoposto all’intervento. L’intera operazione si è svolta seguendo rigide procedure di sicurezza, tracciabilità e anonimato, garantendo la tutela sia del donatore sia del ricevente, come previsto dai protocolli internazionali.
Nell’ultimo anno sono state effettuate 15 donazioni al Policlinico, di cui 14 da sangue periferico e 1 da midollo osseo. Questa donazione, in particolare, è stata realizzata in anestesia generale, grazie al lavoro sinergico tra il Dipartimento di Anestesia e Rianimazione, diretto dal professor Marco Ranieri, e l’équipe di Ematologia guidata dal professor Pellegrino Musto. A eseguire la procedura sono stati la dottoressa Mura Ondok, la dottoressa Paola Carluccio, il dottor Elia, la dottoressa Attolico e l’infermiere di sala operatoria Antonio Ricchiuti.
Fondamentale il supporto dell’ADMO, l’Associazione Donatori Midollo Osseo, che continua a sensibilizzare e reclutare volontari, e del Centro Trasfusionale del Policlinico di Bari, che ogni giorno garantisce il coordinamento operativo per questo tipo di interventi.
Diventare donatori è semplice: bisogna avere tra 18 e 35 anni, pesare almeno 50 kg ed essere in buona salute. L’iscrizione all’IBMDR avviene tramite un prelievo di sangue o un tampone salivare, che serve a determinare la tipizzazione genetica (HLA). In caso di compatibilità, il donatore viene ricontattato per ulteriori accertamenti e, se confermato, potrà donare attraverso prelievo dal sangue periferico o dal midollo osseo, in base alla specifica esigenza clinica.
Ogni iscritto può essere chiamato in qualsiasi momento, anche per salvare la vita di un paziente che si trova in un altro Paese. Un atto di solidarietà concreta, che può fare la differenza per chi combatte contro leucemie, linfomi, mielodisplasie e altre patologie ematologiche gravi.
Un gesto silenzioso, ma potente. Un esempio di umanità e coraggio, che può davvero cambiare il destino di chi attende una seconda possibilità.