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Taranto
08 Agosto 2025 - 12:23
Una veduta dell'ex Cementir
TARANTO - La proroga di un anno della cassa integrazione straordinaria per i 37 lavoratori ex Cementir è stata formalizzata l’8 agosto al Ministero del Lavoro, a distanza di poche settimane dalla preintesa raggiunta con la Regione Puglia lo scorso 22 luglio. Un risultato atteso, ma che per la Fillea-Cgil di Taranto non può essere considerato una soluzione definitiva.
A parlare è Francesco Bardinella, segretario generale della categoria, che pur riconoscendo l’importanza del provvedimento denuncia l’assenza di una visione chiara per il futuro del sito industriale. “La proroga è necessaria, ma non risolve nulla – afferma –. Continuiamo a vedere una fabbrica chiusa e un’area abbandonata, mentre i lavoratori restano in cassa integrazione senza alcuna prospettiva”.
Francesco Bardinella
Il sindacato da tempo chiede interventi strutturali per trasformare l’ex Cementir in un’opportunità di rigenerazione urbana e occupazionale. Diverse le proposte presentate negli anni, tutte rimaste inascoltate. “Alla Regione – ricorda Bardinella – avevamo chiesto di candidare l’area al bando PNRR per un impianto di produzione di idrogeno verde. Più di recente, insieme al Comune di Taranto e al commissario straordinario per le bonifiche Vito Felice Uricchio, abbiamo proposto la realizzazione di un impianto per l’inertizzazione dell’amianto”.
Due progetti che, secondo la Fillea-Cgil, potrebbero rilanciare il sito e trasformarlo in un polo utile alla transizione energetica ed ecologica, generando nuova occupazione e contribuendo alla bonifica del territorio. Ma le istituzioni, denuncia il segretario, continuano a non dare risposte.
“Ci ritroviamo, ancora una volta, a commentare un provvedimento temporaneo – osserva Bardinella – mentre ciò che serve è un piano organico, una strategia di sviluppo concreta che dia futuro a quell’area e dignità ai lavoratori coinvolti”.
L’ex Cementir, per anni tra i poli produttivi simbolo della città, è oggi il paradigma di un’emergenza industriale irrisolta, segnata da attese prolungate e da promesse disattese. Per la Fillea, solo una vera rigenerazione dell’area può trasformare la crisi in un’occasione per Taranto, ma finora, sottolinea il sindacato, le istituzioni si sono limitate a misure provvisorie, senza affrontare alla radice il problema.
“Abbiamo avanzato proposte concrete e sostenibili, coerenti con le politiche di transizione ambientale e capaci di creare occupazione stabile – conclude Bardinella – ma tutto resta fermo. Serve un cambio di passo, altrimenti la cassa integrazione diventa solo un modo per rinviare un problema che non si vuole affrontare davvero”.
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