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Corato

Movida insanguinata, due arresti per tentato omicidio di stampo mafioso

L’agguato del 6 marzo in piazza era parte di una guerra tra clan per il controllo dello spaccio: coinvolta un'organizzazione legata ai Capriati di Bari. Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia

La Polizia di Stato di Bari

La Polizia di Stato di Bari

CORATO - Si sarebbe consumata in un contesto di stampo mafioso la sparatoria che lo scorso 6 marzo ha scosso il cuore della movida coratina, quando, intorno alle 21, un ragazzo e una ragazza furono raggiunti da colpi d’arma da fuoco in una delle piazza più frequentate della città.

Per quel fatto, nella mattinata dell’8 agosto, la Polizia di Stato ha dato esecuzione a una serie di perquisizioni e ha proceduto all’arresto di due uomini, già colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Trani.

Il provvedimento restrittivo era stato disposto su richiesta della Procura di Trani per il reato di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso, e si inserisce in un’inchiesta che ha successivamente visto il coinvolgimento della Direzione Distrettuale Antimafia. Le attività investigative hanno infatti portato alla luce una faida tra gruppi criminali del territorio, in lotta per il predominio su un’importante piazza di spaccio.

Secondo quanto emerso dalle indagini, i due arrestati apparterrebbero a una formazione criminale strutturata, riconducibile al clan Capriati di Bari. A rappresentare questo sodalizio nella zona ci sarebbe un pregiudicato attualmente detenuto, a sua volta indagato per gli stessi fatti. La posizione della giovane rimasta ferita nell’agguato è stata definita completamente estranea a qualsiasi ambiente criminale.

Le operazioni sono state condotte dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari e dagli operatori del Commissariato di Polizia di Corato, con perquisizioni eseguite sia nel territorio cittadino sia nelle case circondariali di Trani e San Gimignano, dove si trovano alcuni degli indagati. L’inchiesta si trova ancora nella fase preliminare e le accuse dovranno ora essere vagliate in sede processuale, nel pieno rispetto del contraddittorio tra le parti.

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