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Salento

Una donna perseguita un prete: due anni di ossessione, tentato investimento e braccialetto elettronico

Appostamenti, pedinamenti e gesti provocatori anche durante la messa. Dopo un tentativo di investirlo con l’auto, il giudice dispone il divieto di avvicinamento e il controllo elettronico

Un sacerdote - foto con Ai

Un sacerdote - foto con Ai

SALENTO - Per due anni non gli ha dato tregua. Una donna di 51 anni, originaria del basso Salento, è accusata di aver messo in atto una vera e propria campagna persecutoria nei confronti di un sacerdote, trasformando la vita del prelato in un incubo quotidiano. Seduta sempre ai primi banchi della chiesa, con abiti vistosi e atteggiamenti provocatori, non perdeva occasione per attirare l’attenzione del parroco, fino a trasformare quella che poteva sembrare una semplice infatuazione in un’ossessione senza freni.

Gli episodi si sono protratti dal 2022 e non si sono fermati nemmeno dopo l’ammonimento del questore, notificato a marzo 2025. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la donna seguiva il sacerdote in ogni spostamento, anche al di fuori della parrocchia, fino a pedinarlo nei luoghi di svago. Tra i comportamenti segnalati, il tentativo di afferrargli le mani durante la distribuzione dell’Eucarestia e gesti plateali per imporsi alla sua attenzione.

La svolta nella vicenda arriva a dicembre 2024. La donna, dopo aver seguito il prete fino a casa di un amico dove era atteso per cena, avrebbe tentato di investirlo con la propria auto. Il religioso riesce a evitare l’impatto, ma poco dopo lei si avvicina agitando un rosario e urlando frasi offensive. Da quel momento il sacerdote, terrorizzato, modifica radicalmente la propria vita: si barrica nello studio, si fa accompagnare negli spostamenti da amici fidati e teme persino di rientrare a casa.

Nemmeno le misure di ammonimento fermano l’escalation. Il 13 aprile, Domenica delle Palme, la donna prova a raggiungerlo sul sagrato della chiesa tra la folla di fedeli. Successivamente lo rintraccia nella sede di un’associazione di volontariato di una località marina, dove lo insulta pubblicamente accusandolo di comportamenti “indegni” per un sacerdote.

La condotta, ritenuta ormai asfissiante, ha convinto la giudice per le indagini preliminari Giulia Proto a disporre il divieto di avvicinamento e l’obbligo di braccialetto elettronico. La donna, assistita dall’avvocato Biagio Palamà, dovrà rispettare rigorose restrizioni. Per il sacerdote si chiude, almeno per ora, un capitolo fatto di paure, pedinamenti e aggressioni verbali che per troppo tempo hanno minato la sua serenità e libertà di movimento.

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