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Ex Ilva, vertice tra governo, imprese e sindacati sulla decarbonizzazione. I sindacati vogliono incontrare i parlamentari

Il confronto a Palazzo Chigi: tre forni elettrici a Taranto, possibile quarto a Genova e polo del preridotto nel capoluogo jonico. I sindacati chiedono che la gara per la vendita degli impianti tuteli al massimo i livelli occupazionali

Il vertice sull'ex Ilva a Roma

Il vertice sull'ex Ilva a Roma

ROMA - Si è svolta oggi a Palazzo Chigi una riunione cruciale sul futuro dell’ex Ilva di Taranto, presieduta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Al centro del confronto tra Governo e organizzazioni sindacali il piano per la piena decarbonizzazione degli impianti siderurgici, illustrato dall’Esecutivo e già presentato nei giorni scorsi alla Regione Puglia e agli enti locali nell’ambito dell’accordo interistituzionale.

Il progetto prevede la realizzazione di tre forni elettrici a Taranto, con la possibilità di un quarto impianto a Genova, e la costruzione nel capoluogo jonico del polo del DRI per il preridotto destinato ad alimentare i forni elettrici. La proposta è stata accolta positivamente dalle sigle sindacali, che hanno tuttavia posto con forza la necessità di inserire nel bando di gara per la vendita degli impianti clausole vincolanti per la salvaguardia dei livelli occupazionali.

Alla riunione hanno preso parte il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, il consigliere per i rapporti con le parti sociali Stefano Caldoro, oltre ai rappresentanti di Invitalia, ai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e del Gruppo Ilva. Per i sindacati erano presenti delegazioni di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, Ugl metalmeccanici, Usb e Federmanager.

Parallelamente, i segretari generali di Fim, Fiom e UilmFerdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella – hanno annunciato la richiesta di un incontro urgente con i parlamentari di maggioranza e opposizione. L’obiettivo, spiegano, è discutere lo stato attuale della vertenza e affrontare le criticità che, in assenza di certezze occupazionali e di una reale transizione ambientale, rischiano di pesare drammaticamente sui lavoratori e sulle comunità coinvolte.

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