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L'intervento
01 Agosto 2025 - 07:48
Lo stabilimento siderurgico di Cornigliano
GENOVA - Taranto diventa simbolo di una scelta coraggiosa capace di cambiare il destino di un territorio. La decisione del sindaco Piero Bitetti di non sacrificare la salute dei cittadini in nome della produzione siderurgica viene indicata come esempio da seguire in tutta Italia, e in particolare a Genova Cornigliano, dove il dibattito sulla cosiddetta “vocazione siderurgica” resta aperto.
A sottolinearlo è una lettera aperta indirizzata alla sindaca di Genova Silvia Salis dal Comitato No Forno Elettrico, che chiede di ripensare il futuro del quartiere e dell’intera città. «Mai più – scrivono – le comunità devono essere costrette a barattare il lavoro con la salute dei propri figli». Per i firmatari, l’esperienza di Taranto dimostra che un’amministrazione comunale può realmente invertire la rotta, scegliendo di privilegiare la qualità della vita rispetto a un modello produttivo ritenuto insostenibile.
La lettera evidenzia che un sindaco, in base alle proprie prerogative, può negare autorizzazioni a impianti industriali considerati strategici dal Governo, può ricorrere al TAR contro decisioni imposte con decreti o leggi, può attuare piani di tutela ambientale e sanitaria. Strumenti che, secondo il Comitato, negli ultimi 20 anni a Genova Cornigliano non sarebbero stati utilizzati con decisione dopo la chiusura dell’area a caldo.
Per i promotori dell’appello, esistono numerose alternative di sviluppo alla siderurgia, concrete e realizzabili, ma finora ignorate. La speranza è che la nuova amministrazione genovese sappia aprire un confronto vero su modelli produttivi diversi, liberandosi dall’etichetta della “vocazione siderurgica” che per anni ha giustificato sacrifici ambientali e sanitari inaccettabili.
«Serve una bonifica, una visione coraggiosa e una nuova idea di sviluppo – affermano –. La siderurgia rischia di bloccare ogni altra prospettiva sostenibile per il futuro di Genova». Il Comitato invita quindi la sindaca Salis a valutare ogni possibilità per rigenerare Cornigliano e l’intera città, seguendo l’esempio di Taranto, che ha scelto di non continuare a condannare il proprio territorio.
Il messaggio finale è un ringraziamento proprio alla città ionica e al suo primo cittadino. «Grazie Taranto – scrivono – perché la vostra decisione ci fa credere che anche qui si possa rimettere in discussione un modello industriale ormai inadatto a un contesto urbano».
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