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L'attesa

Taranto trattiene il fiato in una delle giornate più lunghe della sua storia

Alle 16, a Roma, il vertice decisivo sul futuro dell’ex Ilva: sul tavolo lavoro, ambiente e salute. Ma pesa l’assenza del sindaco Bitetti, dimessosi 48 ore fa

L'ultimo incontro sull'ex Ilva

Un incontro sull'ex Ilva a Roma- archivio

TARANTO - Quella di oggi è una delle giornate più lunghe e cariche di attesa che la città ricordi. Alle 16, nella sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, si terrà l’incontro destinato a pesare come pochi altri sul destino dell’ex Ilva e dell’intero territorio jonico. Intorno al tavolo sono stati chiamati gli enti locali, dalla Regione Puglia alla Provincia di Taranto, ma a mancare sarà proprio la voce del Comune capoluogo, dopo le dimissioni rassegnate appena 48 ore fa dal sindaco Piero Bitetti, dopo lo scontro con le associazioni ambientaliste.

L’attesa è quasi palpabile. In città si vive un silenzio sospeso, fatto di timori e speranze. Le decisioni che matureranno oggi potrebbero ridisegnare il futuro di circa 15.000 lavoratori, ma anche incidere in maniera determinante sulla qualità ambientale e sulla salute di un’intera provincia. La comunità si trova così davanti a un bivio: da un lato la necessità di tutelare l’occupazione e preservare il ruolo industriale del polo siderurgico; dall’altro, la volontà di imprimere una svolta radicale sul fronte delle emissioni e della sostenibilità.

Il governo, nelle intenzioni espresse nei giorni scorsi dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, punta a blindare l’accordo di programma interistituzionale che segnerà l’avvio della riconversione produttiva. Il progetto prevede l’installazione di tre forni elettrici che, nel giro di alcuni anni, sostituiranno progressivamente gli altiforni alimentati a carbone. Secondo il ministro, questa trasformazione consentirebbe a Taranto di diventare il più grande stabilimento siderurgico “green” d’Europa, collocando l’Italia al vertice della produzione di acciaio a basse emissioni.

Ma la partita non si gioca solo sulla tecnologia. Dietro i documenti e le cifre, c’è una città che chiede certezze e vuole capire se il sacrificio imposto negli ultimi decenni troverà finalmente riscatto. Il vertice di oggi a Roma non è soltanto un passaggio istituzionale: è una prova di verità per Taranto, che ancora una volta deve misurarsi con il peso della sua storia e l’incertezza del suo avvenire.

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