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Furti d’auto all’ex Ilva, la Uilm: “Parcheggi insicuri e lavoratori senza tutela”

Il sindacato denuncia l’ennesimo episodio nel parcheggio del siderurgico e chiede controlli immediati

Uno dei parcheggi ex Ilva

Uno dei parcheggi ex Ilva

TARANTO - Nuovo allarme sicurezza nello stabilimento Acciaierie d’Italia di Taranto. La UILM ha reso noto che nei giorni scorsi, nel parcheggio della portineria imprese, si è verificato l’ennesimo furto di un’autovettura ai danni di un lavoratore. Un episodio che, secondo il sindacato, si aggiunge a una lunga lista di situazioni di disagio e difficoltà che i dipendenti dell’ex Ilva si trovano a vivere quotidianamente.

Il segretario UILM Cosimo Amatomaggi parla senza mezzi termini di una condizione “ormai insostenibile” per uomini e donne che già devono fare i conti con ritardi cronici nel pagamento degli stipendi e un quadro occupazionale incerto. “È inaccettabile – denuncia – che i lavoratori, oltre a subire le conseguenze economiche dei mancati pagamenti, debbano anche affrontare danni patrimoniali per l’assenza di sicurezza nelle aree parcheggio”.

Secondo la UILM, il parcheggio aziendale – teoricamente destinato a essere un’area sicura – si è trasformato in una sorta di zona franca, priva di controlli e di regole, dove cresce la paura di non ritrovare l’auto a fine turno. Una condizione che genera tensione e frustrazione in un ambiente di lavoro già fortemente provato dalle incertezze sul futuro del polo siderurgico.

Il sindacato chiede un intervento immediato da parte delle autorità e dell’azienda per rafforzare i controlli, aumentare la vigilanza e ripristinare condizioni minime di sicurezza. “Non è più tollerabile – sottolinea Amatomaggi – l’abbandono in cui versa l’area industriale. Serve un’assunzione di responsabilità collettiva per garantire dignità e tutela a chi lavora in condizioni già difficili”.

Un appello che arriva in un momento particolarmente delicato per Taranto, dove l’emergenza ex Ilva resta aperta su più fronti: dalla trattativa per la decarbonizzazione, alle difficoltà operative, fino alla questione della sicurezza e della vivibilità interna allo stabilimento.

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