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Taranto
30 Luglio 2025 - 14:09
Michele Emiliano e Piero Bitetti nel vertice a Roma sull'ex Ilva la scorsa settimana
TARANTO - Una lunga battaglia politica e istituzionale iniziata quando in Puglia si parlava ancora di acciaio prodotto esclusivamente con i forni a ciclo integrale alimentati a carbone. È così che il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha ricostruito, in un’intervista a Radio Anch’io su Rai Radio 1, il percorso che ha portato alla progressiva accettazione della decarbonizzazione come unica soluzione possibile per conciliare lavoro e salute nello stabilimento ex Ilva di Taranto.
Emiliano ha ricordato come nel 2015 e 2016 la Regione avesse iniziato a sostenere questa strategia, trovandosi però isolata di fronte a un fronte trasversale, anche all’interno del Partito Democratico e del centrodestra, contrario a questa ipotesi. Solo dal 2019 – ha spiegato – la decarbonizzazione è stata riconosciuta come la strada obbligata, con il consenso anche del sindacato che in passato temeva possibili esuberi, oggi ritenuti recuperabili con altre politiche industriali.
Il governatore ha parlato di un lavoro «sfiancante» condotto in questi anni, tra insulti, minacce e contestazioni. Ha sottolineato di comprendere la rabbia di molti tarantini che chiedono la chiusura immediata della fabbrica per le gravi conseguenze sanitarie subite, ma ha anche ribadito che chi ha responsabilità di governo deve tenere conto di tutti gli interessi in gioco e trovare un equilibrio possibile.
Sul piano politico, Emiliano ha evidenziato che il PD ha sostenuto il sindaco Piero Bitetti, il presidente della Provincia e la stessa Regione, mentre ha definito «inopportuno» il silenzio dei Verdi e del Movimento 5 Stelle. Quest’ultimo, ha ricordato, quando era al Governo con Mario Draghi aveva finanziato i forni a tecnologia DRI con risorse del PNRR, avviando di fatto il percorso di transizione.
Uno dei nodi rimasti aperti è quello della nave rigassificatrice, diventata – ha detto Emiliano – un «totem» nel dibattito. Il presidente ha precisato che rigassificare significa semplicemente scaldare il gas per renderlo utilizzabile, un’operazione che non comporta inquinamento ma, come ogni impianto di gestione del gas, implica rischi di sicurezza. Ha aggiunto che oggi SNAM garantisce già l’arrivo di 2,5 miliardi di metri cubi di gas attraverso gasdotti, con possibilità di incrementare la capacità, e che le navi rigassificatrici offrono vantaggi commerciali ma rischiano di penalizzare lo sviluppo portuale.
Secondo Emiliano, il ministro Adolfo Urso sta offrendo un compromesso che potrebbe portare alla firma del protocollo sull’accordo di programma o, in alternativa, al suo fallimento. «Siamo a un passo da una decisione storica – ha detto – e tutte le forze politiche devono chiarire la loro posizione».
Infine, un passaggio sulle dimissioni del sindaco Bitetti: Emiliano ha osservato che il primo cittadino non può affrontare da solo un problema di questa portata, né reggere il confronto diretto con un gruppo di cittadini che vive un dolore così profondo senza adeguata protezione. «I sindaci sono uomini normali – ha concluso – e non si può pretendere che sostengano da soli un peso del genere».
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