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Bari

La Cassazione chiude il caso Punta Perotti: nessun nuovo risarcimento alle società

La Suprema Corte respinge le richieste di Sudfondi e Mabar che chiedevano ulteriori 430 milioni. Già liquidati dalla Cedu 49 milioni complessivi per la confisca giudicata illegittima

L'abbattimento degli edifici di Punta Perotti a Bari - archivio

L'abbattimento degli edifici di Punta Perotti a Bari - archivio

BARI - La vicenda giudiziaria legata alla demolizione del complesso di Punta Perotti, sul lungomare sud di Bari, si chiude definitivamente. La Corte di Cassazione ha accolto i ricorsi presentati dal Comune di Bari, assistito dagli avvocati Giorgio Costantino, Nino Matassa ed Eugenio Mangone, stabilendo che alle società Sudfondi e Mabar non spetta alcun ulteriore indennizzo rispetto a quanto già riconosciuto in passato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu).

Con questa decisione la Suprema Corte mette fine a un contenzioso che per anni ha rappresentato una minaccia per le casse comunali. L’ultimo capitolo della causa era nato dall’impugnazione della sentenza della Corte di Appello di Bari, che aveva disposto un risarcimento di circa 10 milioni di euro per Sudfondi e 2 milioni per Mabar. In sede di legittimità, le società avevano chiesto somme ben più ingenti: circa 400 milioni la prima e circa 30 milioni la seconda.

Tuttavia, i giudici hanno ricordato che entrambe le società avevano già ottenuto dalla Cedu un indennizzo consistente: 40 milioni di euro per Sudfondi e 9 milioni di euro per Mabar. Questi risarcimenti erano stati riconosciuti perché la confisca ordinata in sede penale dalla Cassazione era stata ritenuta in contrasto con i principi dello Statuto europeo.

Le aziende avevano motivato la nuova richiesta sostenendo che il danno subito non si esauriva nelle somme già liquidate, attribuendo ulteriori responsabilità al Comune di Bari, al Ministero e alla Regione per aver concesso un permesso edilizio poi dichiarato illegittimo. La Cassazione, però, ha ritenuto che tali pretese non avessero fondamento.

Il sindaco Vito Leccese ha accolto la decisione con evidente sollievo: «Si chiude un filone lunghissimo di contenziosi che mettevano a rischio la stabilità del bilancio comunale». Leccese ha anche evidenziato come oggi il futuro del litorale sud di Bari sia legato a un percorso di valorizzazione naturalistica e paesaggistica: «Grazie al Piano paesaggistico regionale e al progetto di rigenerazione urbana di Costa Sud – ha sottolineato – i baresi possono guardare a un’area che un tempo era segnata da lottizzazioni abusive come a un luogo destinato alla rinascita».

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