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L'intervento

Angolano a Bitetti: «Sindaco, non fuggire dalle tue responsabilità e "no" all’accordo di programma»

L’ex candidata sindaca del Movimento 5 Stelle invita il primo cittadino a ritirare le dimissioni: “Non è il momento della resa. Serve coraggio per difendere salute, ambiente e lavoro della città”

Annagrazia Angolano

Annagrazia Angolano

La consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, Annagrazia Angolano

TARANTO - La consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, Annagrazia Angolano, già candidata sindaco alle elezioni della scorsa primavera, lancia un appello diretto a Piero Bitetti dopo l’annuncio delle sue dimissioni. “Sindaco, torni alla guida della città come farebbe un capitano coraggioso” – esordisce – sottolineando come la scelta di lasciare l’incarico alla prima difficoltà rappresenti una fragilità non giustificabile sul piano politico.

Secondo Angolano, il primo cittadino avrebbe dovuto essere presente al Consiglio comunale monotematico convocato per domani, così da rappresentare in prima persona la sintesi delle posizioni politiche tarantine ai tavoli istituzionali di Roma. “Solo il sindaco – precisa – ha la legittimità di farlo. Né il vicesindaco, né altri possono sostituirlo in questa funzione. Se l’accordo di programma venisse sottoscritto il 31 luglio senza la sua firma, sarebbe comunque impugnabile”.

La consigliera pentastellata ribadisce che spetta al sindaco dire “no” a Roma all’accordo di programma, evitando di delegare ad altri una responsabilità così cruciale per il futuro della città. “Se nella riunione di ieri – alla quale ho partecipato fino alla fine – ci sono stati episodi di violenza, che vanno condannati e denunciati, non possono comunque giustificare la resa e le dimissioni” afferma Angolano.

L’esponente del M5S respinge con forza l’attuale piano governativo, definendolo “farlocco e non vincolante”, e rilancia la necessità di preparare subito il ricorso contro l’Autorizzazione Integrata Ambientale che, secondo lei, condannerebbe Taranto ad altri 12 anni di produzione a carbone. Tra le priorità indicate: chiusura delle fonti inquinanti, bonifiche, reimpiego dei lavoratori e una vera riconversione socio-economica.

“Dobbiamo essere la voce di chi non può più parlare – conclude – adulti e bambini che, se fossero qui, ci chiederebbero coraggio. Non è il momento di arrendersi: la battaglia per i nostri diritti è appena iniziata. Il sindaco non tema di dire no a un disegno che danneggia Taranto e mantenga gli impegni assunti con i cittadini. Diversamente, dovrà spiegare alla comunità perché ha tradito la fiducia ricevuta, dimenticando le promesse su salute, ambiente e lavoro”.

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