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Taranto

Ex Ilva, i sindacati: “Basta rinvii, servono scelte definitive per lavoro, salute e ambiente”

Fim, Fiom, Uilm e Usb: clima pesante in città, Bitetti torni sui suoi passi e si riapra il dialogo

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Operai Ex Ilva

TARANTO - La vertenza ex Ilva torna ad infiammare il dibattito cittadino e nazionale. Alla vigilia di giorni decisivi per il futuro dello stabilimento, i sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm lanciano un appello: “Non c’è più tempo da perdere. È il momento di assumersi responsabilità e prendere decisioni definitive per garantire risanamento ambientale, decarbonizzazione e tutela dell’occupazione”.

I segretari generali Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella esprimono piena solidarietà al sindaco Piero Bitetti e alla cittadinanza “che ha a cuore democrazia, salute e ambiente”, chiedendo che “si ristabilisca un clima di confronto civile” e auspicando il ritorno in carica del primo cittadino. “Il dibattito, anche acceso, non può travalicare i limiti del rispetto reciproco – sottolineano –. Senza un piano industriale chiaro e adeguate risorse, il rischio è il fallimento”.

Il piano sindacale prevede otto anni per il passaggio dal ciclo integrale a quello decarbonizzato, con quattro forni elettrici (tre a Taranto e uno a Genova), un polo DRI a Taranto, investimenti per la verticalizzazione degli impianti e approvvigionamento energetico garantito. “Il fallimento o la chiusura dello stabilimento sarebbero un disastro ambientale, sociale, occupazionale e produttivo – avvertono –. Lo Stato deve garantire investimenti e partecipare direttamente alla gestione per vigilare sulla realizzazione del piano”.

A queste voci si unisce quella dellUsb, attraverso l’esecutivo nazionale Francesco Rizzo, che parla di “clima pesantissimo” in città dopo le dimissioni del sindaco. “Chiediamo a Bitetti di tornare sui suoi passi. Serve ristabilire un confronto equilibrato e civile, smettendo di sprecare tempo prezioso – dichiara –. Solo per l’aggiornamento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, una volta firmato l’accordo, serviranno almeno sei mesi”.

Rizzo ricorda le responsabilità politiche trasversali di tutti i governi che si sono succeduti e invita ad “abbandonare il tifo da stadio” per lavorare uniti alla soluzione. “Sono 18 mila i lavoratori coinvolti in questa vertenza – avverte –. Anche la stampa deve fare la sua parte, evitando toni esasperati in un contesto già incandescente”.

Il sindacalista ribadisce l’importanza del tavolo al Mimit come strumento di confronto “da utilizzare fino in fondo per trovare la via d’uscita da una crisi che si trascina da troppo tempo”.

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