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Taranto
29 Luglio 2025 - 11:18
Il Palazzo di Città di Taranto
TARANTO – Le dimissioni del sindaco Piero Bitetti, presentate dopo appena una quarantina di giorni dal suo insediamento, scuotono il dibattito politico cittadino e diventano terreno di forte scontro. Dal centrodestra arrivano parole dure e accuse dirette alla maggioranza uscita vincente dalle urne.
A nome di Fratelli d’Italia, interviene Giampaolo Vietri e non usa mezzi termini: secondo lui, prima di “passare la palla” al Consiglio comunale, Bitetti avrebbe dovuto chiarire in modo netto la posizione della sua coalizione. “Sono loro – ha sottolineato – ad aver vinto le elezioni e ad avere il compito di governare. Ma non esiste una linea condivisa: sono divisi e hanno partorito queste dimissioni dopo giorni di ambiguità e contraddizioni”. Vietri contesta in particolare il comportamento del primo cittadino sulla vicenda ex Ilva: “Ha parlato ai lavoratori come se fosse per la continuità produttiva e ai cittadini come se volesse la chiusura dello stabilimento. Un giorno ha chiesto le compensazioni, il giorno dopo si è detto contrario all’AIA. È sembrato essere d’accordo con tutti e con nessuno, a seconda delle circostanze”.
Per l’esponente di FdI, governare Taranto “non è un esercizio di equilibrismo politico”, ma significa “assumersi la responsabilità di decisioni che incidono sul futuro della città”. Vietri ricorda che la questione siderurgica era aperta da tempo e che “chi si è candidato a guidare Taranto non poteva arrivare impreparato”. E conclude: “Se questa è la dimostrazione di capacità e visione della nuova amministrazione, allora è meglio che vadano a casa subito”.
Anche la Lega interviene, con una nota congiunta firmata dal senatore Roberto Marti, dal segretario provinciale Luigi Laterza e dal segretario cittadino Francesco Battista. Il partito esprime “solidarietà umana” a Bitetti per gli attacchi personali subiti – definiti “inaccettabili” – ma boccia senza appello la scelta di dimettersi. “Chi si candida a guidare una città complessa come Taranto – affermano – non può pensare di abbandonare il proprio incarico alla prima contestazione. Dimettersi subito dopo una protesta, seppur accesa, trasmette un segnale di debolezza istituzionale e solleva dubbi sulla tenuta del primo cittadino”.
Per la Lega, una guida politica che appare vulnerabile “perde inevitabilmente autorevolezza” e rischia di tradire le aspettative di quanti avevano creduto nel progetto amministrativo proposto in campagna elettorale. “Taranto – concludono – ha bisogno di stabilità e coraggio, non di un sindaco che arretra al primo ostacolo. Anche se Bitetti dovesse ritirare le dimissioni nei termini previsti, il gesto ha già compromesso la sua credibilità politica”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Luca Lazzàro: "Premesso che ogni forma di violenza, verbale o fisica, va condannata con fermezza, le dimissioni del Sindaco non sono un atto simbolico, né un messaggio politico da ritirare entro venti giorni. O si governa o si va a casa. Ma con serietà e rispetto verso la città. Taranto merita chiarezza, non giochi di potere. Se il Sindaco è stato minacciato o ha subito pressioni – ha tutta la mia personale solidarietà –, ma lo denunci con forza, nelle sedi opportune, e guidi la città con il coraggio che il ruolo impone. Se invece ha deciso di non essere nelle condizioni di esercitare il mandato, allora lasci davvero. E lo faccia subito. Quello che non è accettabile è un teatrino in cui si annunciano le dimissioni per poi ritirarle all’ultimo secondo. Taranto non può permettersi incertezze, tentennamenti o colpi di scena. Serve una guida stabile, determinata, all’altezza delle sfide che la città ha davanti. Se questa guida non c’è, si apra una fase nuova. Ma con dignità e responsabilità".
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