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Bari
29 Luglio 2025 - 09:32
Donal Trump impone dazi anche su Champagne e vini europei
BARI - L’intesa raggiunta tra Unione Europea e Stati Uniti ha evitato lo scenario più temuto. Il nuovo assetto tariffario prevede infatti dazi al 15%, scongiurando l’ipotesi iniziale del 30% che avrebbe comportato, secondo le stime di Coldiretti, danni fino a 2,3 miliardi di euro per i consumatori americani e per il Made in Italy agroalimentare. Un risultato positivo, ma non privo di ombre.
Il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, sottolinea che il nuovo regime avrà ricadute diverse a seconda delle filiere produttive e dovrà essere affiancato da misure compensative europee per i comparti più penalizzati, soprattutto alla luce della svalutazione del dollaro. «Occorre attendere la pubblicazione ufficiale della lista dei prodotti agroalimentari a dazio zero – ha spiegato – nella quale auspichiamo che possa rientrare anche il vino, altrimenti duramente colpito».
Per Coldiretti la priorità resta quella di impedire l’ingresso in Italia di prodotti che non rispettino gli stessi standard sanitari, ambientali e sociali richiesti alle imprese europee. «L’Unione Europea – ribadisce Prandini – deve continuare a difendere con fermezza il sistema delle Indicazioni Geografiche, presidio culturale ed economico che garantisce qualità e origine dei nostri cibi».
Il segretario generale Vincenzo Gesmundo ricorda come Coldiretti abbia sempre sostenuto la via dell’accordo per superare l’incertezza che stava provocando pesanti ripercussioni sulle imprese. «Gli Stati Uniti sono un mercato strategico – ha detto – ma anche terreno fertile per le imitazioni del falso Made in Italy. In un contesto già invaso da prodotti come parmesan e romano cheese di produzione statunitense, occorre un’azione strutturata per promuovere il vero agroalimentare italiano e combattere il fenomeno dell’italian sounding, che negli Usa provoca ogni anno perdite stimate in oltre 40 miliardi di euro».
L’accordo dunque segna un passo avanti, ma la battaglia per la tutela del Made in Italy sui mercati internazionali resta aperta e, per Coldiretti, dovrà essere affrontata con strategie mirate e impegno costante.
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