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Taranto

Colpo di scena a Taranto, Bitetti si dimette: “Inagibilità politica”

A meno di due mesi dall’elezione, il sindaco lascia l’incarico alla vigilia del Consiglio comunale sull’ex Ilva e del vertice decisivo a Roma. Ora 20 giorni per ripensarci, ma la città resta senza guida nel momento più delicato

Piero Bitetti - foto di Francesco Manfuso

Piero Bitetti - foto di Francesco Manfuso

TARANTO - Clamoroso passo indietro del sindaco Piero Bitetti, che ha depositato in serata le proprie dimissioni dalla guida del Comune. La decisione è maturata dopo l'incontro con le associazioni ambientaliste tenutosi a Palazzo di Città, al termine del quale sono emerse contestazioni e tensioni crescenti.

Nel documento protocollato ufficialmente, Bitetti ha motivato la propria scelta parlando di “inagibilità politica”, una definizione che lascia trasparire difficoltà profonde nel gestire il governo cittadino, nonostante il mandato ottenuto da poco. Il sindaco era stato infatti eletto soltanto il 9 giugno, al ballottaggio, e la sua amministrazione aveva dunque mosso i primi passi meno di due mesi fa.

Come previsto dalla legge, si apre ora una finestra di 20 giorni entro la quale il primo cittadino potrà decidere se ritirare le dimissioni oppure confermarle, rendendo definitivo l’addio. Ma il gesto ha già avuto l’effetto di un terremoto politico, gettando nel caos l’agenda istituzionale della città.

La decisione del sindaco arriva infatti a due giorni da un doppio appuntamento cruciale. Il 30 luglio era stato convocato un Consiglio comunale monotematico dedicato al futuro dell’ex Ilva, una seduta attesa e delicatissima su un tema che da anni divide la città. Il 31 luglio, invece, è in programma a Roma un vertice istituzionale decisivo per le sorti del siderurgico, nel quale si dovrebbe delineare il destino produttivo e occupazionale del più grande stabilimento industriale della città.

Entrambe le occasioni rischiano ora di perdere il contributo diretto del sindaco, figura chiave nei rapporti con il governo nazionale e nella mediazione con le parti sociali. L’assenza di Bitetti in queste sedi rappresenta un vuoto istituzionale difficilmente colmabile in tempi così rapidi.

Secondo alcune interpretazioni circolate nelle ultime ore, la mossa potrebbe avere una valenza tattica, con l'obiettivo di non avallare le decisioni che potrebbero condizionare il futuro della città. Tuttavia, resta il fatto che Taranto si trova improvvisamente senza guida nel momento in cui la città attende risposte su uno dei dossier più complessi della sua storia recente.

Nelle prossime ore sarà più chiaro se si tratta di una crisi momentanea o di un vero strappo destinato a cambiare radicalmente gli equilibri politici cittadini. Di certo, la tensione è già salita ai massimi livelli.

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