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Lecce
26 Luglio 2025 - 12:01
La Guardia di Finanza a Lecce
LECCE - Un vasto sistema di frode agroalimentare è stato portato alla luce dalla Guardia di Finanza e dagli ispettori dell’Icqrf, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Lecce. L’indagine ha fatto emergere gravi irregolarità nell’utilizzo di olio contraffatto nei servizi di refezione scolastica e per anziani in numerosi Comuni della provincia salentina.
Le verifiche, avviate in seguito a due sequestri effettuati nei territori di Lecce e Reggio Calabria, hanno riguardato un impianto di imbottigliamento e oltre 6.000 litri di olio etichettato come olio extravergine d’oliva. Tuttavia, le analisi chimiche hanno rivelato che si trattava in parte di olio di semi di girasole e in parte di olio lampante, un prodotto non commestibile destinato alla raffinazione industriale e dunque non idoneo al consumo umano.
A seguito dei primi accertamenti, la Compagnia della Guardia di Finanza di Gallipoli ha esteso l’attività investigativa a 38 Comuni del Leccese, tutti coinvolti in contratti di fornitura con una società operante nel settore della refezione pubblica per scuole dell’infanzia, scuole primarie e strutture destinate alla terza età.
Dalle indagini è emerso un sistema fraudolento accuratamente organizzato. Nei 25 centri cottura gestiti dalla società, al posto dell’olio extravergine previsto dai capitolati d’appalto venivano impiegati oli di categoria inferiore, privi di tracciabilità oppure oli di semi di girasole, reperiti a basso costo da un imprenditore calabrese compiacente. Il quantitativo stimato distribuito nel biennio 2023-2024 supera le 38 tonnellate.
La Procura di Lecce ha recentemente emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, notificando al contempo informazione di garanzia a tre imprenditori – due salentini e uno calabrese – e a una società di capitali. Le ipotesi di reato formulate spaziano dalla frode nelle pubbliche forniture alla vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, fino alla contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine protetta.
Tutti i Comuni coinvolti sono stati informati per adottare eventuali provvedimenti amministrativi, tra cui la valutazione di una possibile revoca del servizio di refezione.
Il caso mette in luce, ancora una volta, i gravi rischi legati alla falsificazione di prodotti alimentari, che oltre a mettere in pericolo la salute dei cittadini, compromettono l’equilibrio del mercato, penalizzando le aziende corrette che operano nel rispetto delle regole.
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