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Taranto

No alla Seconda Categoria: appello al sindaco e al tribunale per ripartire da zero

La FIGC assegna il titolo al Taranto FC 1927, ma solo con il pagamento dei debiti. Aps Taras 706 a.C. e il senatore Turco invocano la fine dell'esercizio provvisorio e l’avvio immediato di una nuova fase

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Un pallone da calcio

TARANTO - La decisione del Consiglio Federale della FIGC ha messo un punto fermo su una crisi ormai irreversibile: il Taranto FC 1927 potrà iscriversi al campionato di Seconda Categoria, ma soltanto previo pagamento degli oltre 600 mila euro di debiti sportivi. Una concessione che non placa le critiche, anzi rilancia le richieste di una svolta immediata e radicale.

A intervenire per primo è stato il sodalizio Aps Taras 706 a.C., che in una nota ufficiale lancia un appello diretto al sindaco di Taranto affinché si assuma subito la responsabilità di guidare una rifondazione credibile del calcio cittadino. Secondo l’associazione, la delibera federale, pur non arrivando alla revoca dell’affiliazione, rappresenta comunque la certificazione di un fallimento sportivo e gestionale senza precedenti.

Nel comunicato, l’Aps chiede che l’amministrazione comunale promuova una manifestazione d’interesse pubblica per selezionare un progetto solido, in grado di raccogliere l’eredità del calcio rossoblù e di chiedere una nuova affiliazione alla FIGC, possibilmente in una categoria più consona alla storia sportiva della città. L’urgenza è massima: secondo l’associazione, Taranto non può più tollerare esitazioni, né ulteriori perdite di tempo.

Sulla stessa linea si colloca anche il vicepresidente nazionale del Movimento 5 Stelle, il senatore Mario Turco, che attraverso una nota chiede con forza la chiusura immediata dell’esercizio provvisorio attualmente in corso. Secondo Turco, non ha alcun senso mantenere in vita un titolo sportivo ormai collocato in Seconda Categoria, gravato da un debito insostenibile e privo di valore economico reale.

Per l’esponente pentastellato, nessun imprenditore serio potrebbe farsi carico di una somma così alta per ripartire da un torneo dilettantistico che non offre alcuna prospettiva di sviluppo. Continuare su questa strada, sottolinea Turco, significherebbe solo prolungare l’agonia di una gestione già naufragata, bloccando ogni ipotesi concreta di rinascita sportiva.

Il senatore chiede quindi un provvedimento chiaro da parte del Tribunale che chiuda definitivamente la fase fallimentare e consenta la nascita di una nuova società, libera da passività e in grado di costruire un progetto sostenibile e trasparente.

Turco conclude lanciando un monito alle istituzioni e ai cittadini: Taranto non può permettersi di perdere anche la dignità del proprio patrimonio calcistico, proprio mentre si prepara a ospitare i Giochi del Mediterraneo del 2026 e a riqualificare lo stadio. È il momento, dice, di chiudere una delle stagioni più buie del calcio ionico e aprire finalmente una fase nuova, all’altezza della passione della città.

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