All’incontro erano presenti anche Davide Pellegrino, direttore generale del Comune di Bari, e due rappresentanti della SSC Bari, attuale concessionaria dello stadio San Nicola, al centro del progetto.
Il primo nodo da sciogliere riguarda l’idoneità dell’impianto: sono 130 i requisiti tecnici fissati dalla UEFA per poter ospitare un evento di tale portata. "Non basta una struttura efficiente o rinnovata negli ultimi anni", ha chiarito Leccese. La UEFA punta su stadi fortemente innovativi, sostenibili, pienamente accessibili, con ampi spazi dedicati all’ospitalità e infrastrutture all’altezza di un evento che, per richiamo internazionale, è il terzo più seguito al mondo.
"Tre anni fa abbiamo avanzato la nostra candidatura forti degli interventi strutturali e tecnologici realizzati al San Nicola", ha ricordato il sindaco, "ma oggi è necessario compiere uno sforzo ulteriore per proiettarci nel futuro". L’obiettivo è verificare entro metà settembre se Bari sarà in grado di elaborare un piano di fattibilità, completo di copertura finanziaria, in grado di soddisfare tutti i criteri richiesti dall’organizzazione europea.
Leccese non ha nascosto la complessità della sfida: "Saremo franchi e trasparenti. Faremo ogni sforzo per dare alla nostra città questa opportunità, ma valuteremo con onestà se esistono le condizioni materiali ed economiche per andare avanti".
La partita è appena iniziata, ma Bari vuole giocarsela fino in fondo. Euro 2032 rappresenterebbe non solo un traguardo sportivo, ma anche un’occasione strategica per rilanciare il San Nicola e rafforzare il ruolo del capoluogo pugliese nel panorama europeo.