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Brindisi
22 Luglio 2025 - 08:35
I controlli della Guardia di Finanza di Brindisi
BRINDISI - Colpo alla ricchezza illecita accumulata da due imprenditori del settore arredamento: la Guardia di Finanza di Brindisi, su delega della locale Procura della Repubblica, ha eseguito una confisca definitiva di beni mobili, immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro.
Il provvedimento, emesso dal Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Brindisi, rappresenta l’ultimo atto di una lunga vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti due noti imprenditori locali, marito e moglie, titolari di società specializzate nel commercio al dettaglio di mobili per la casa, con punti vendita dislocati tra le province di Brindisi, Lecce, Bari, Foggia, Matera e Milano.
I due erano stati condannati con sentenza definitiva nel febbraio 2020 per reati gravi, tra cui estorsione ai danni dei lavoratori, autoriciclaggio, lesioni colpose e falso. Le indagini successive, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza brindisina, hanno puntato alla cosiddetta “confisca allargata”, prevista dall’articolo 240-bis del codice penale, che consente di colpire il patrimonio accumulato in modo sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati.
Gli approfondimenti hanno incluso indagini patrimoniali e finanziarie, raccolta di testimonianze e analisi di una grande mole di documentazione, anche bancaria, che ha permesso di tracciare nel dettaglio gli investimenti effettuati con proventi illeciti e di identificare beni e disponibilità formalmente intestati a terzi ma riconducibili ai due coniugi.
La confisca eseguita nei giorni scorsi ha dunque privato definitivamente i due imprenditori dei beni acquisiti illegalmente, in linea con la missione del Corpo della Guardia di Finanza di contrastare l’accumulo di ricchezza proveniente da reati economici, attraverso una strategia di aggressione mirata ai patrimoni illeciti.
L’intervento rientra nell’impegno costante delle Fiamme Gialle per ripristinare condizioni di concorrenza leale, proteggere il tessuto economico sano e tutelare la sicurezza e la trasparenza nei mercati, garantendo che il frutto di attività criminali non resti nella disponibilità dei responsabili ma venga restituito alla collettività.
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