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Taranto

Ex Ilva, i sindacati: "Serve un Accordo di Programma che parta dal territorio"

Fiom Cgil e Fim Cisl chiedono garanzie: "Serve un piano concreto per salvare lo stabilimento, garantire occupazione e accelerare sulla transizione ecologica"

Vertice in Regione sulla vertenza ex Ilva

Vertice in Regione sulla vertenza ex Ilva

TARANTO - È stato un confronto fitto di contenuti e aspettative quello andato in scena lunedì 21 luglio durante l’audizione in V Commissione Ambiente della Regione Puglia, convocata dal presidente Michele Mazzarano, incentrata sul futuro dell’ex Ilva e sull’Accordo di Programma per la riconversione dell’impianto siderurgico tarantino.

A prendere parola sono stati i rappresentanti sindacali delle principali sigle metalmeccaniche. Per la Fiom Cgil Taranto, il segretario generale Francesco Brigati ha definito l’incontro come «un segnale positivo», sottolineando l’urgenza di un nuovo patto istituzionale che metta al centro ambiente, salute e lavoro, senza ambiguità né rinvii.

Brigati ha annunciato tre assemblee con i lavoratori nei giorni 22, 23 e 24 luglio, in vista del Consiglio di fabbrica del 25 luglio, dove sarà presentata una piattaforma rivendicativa condivisa. L’obiettivo è coinvolgere direttamente Regione Puglia, Provincia di Taranto, i Comuni di Taranto e Statte, nel processo di definizione dell’accordo, affinché sia il territorio a guidare la transizione industriale e non il solo governo centrale.

Secondo la Fiom, è essenziale accelerare sul percorso di decarbonizzazione con l’introduzione di forni elettrici alimentati da DRI, un passaggio che rappresenta l’unica via per evitare la chiusura dello stabilimento. Brigati ha posto anche la questione del sostegno agli oltre 1.550 lavoratori ex Ilva in amministrazione straordinaria, chiedendo strumenti specifici come prepensionamenti, incentivi all’esodo e riconoscimento dell’esposizione all’amianto.

Presente in Commissione anche il presidente della task force regionale per l’occupazione Leo Caroli, a cui la Fiom ha ribadito la necessità di interventi straordinari per gestire in modo equo e strutturato questa fase delicata della transizione ecologica e sociale.

A Bari, nello stesso incontro, è intervenuto anche Biagio Prisciano, segretario generale della Fim Cisl Taranto-Brindisi, che ha richiamato tutti i soggetti coinvolti a una responsabilità condivisa. «La città e i lavoratori non possono più sopportare il peso di decenni di inquinamento e incertezza» ha dichiarato, aggiungendo che l’accordo deve contenere impegni vincolanti per la riduzione dell’impatto ambientale, senza perdere di vista le tutele occupazionali.

Prisciano ha espresso sostegno al processo di decarbonizzazione e all’introduzione del Direct Reduced Iron, ma ha anche lanciato un monito: «Taranto non può diventare una produzione di serie B, subordinata alle forniture esterne. Serve una filiera sostenibile, radicata sul territorio».

Il leader della Fim ha inoltre proposto una nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) che tenga conto anche dei profili sanitari, rafforzando le garanzie per i lavoratori e per l’intera comunità. Tra le richieste avanzate, figurano anche politiche di accompagnamento all’uscita per chi non può più continuare a lavorare in fabbrica e misure per l’esposizione all’amianto.

“Taranto ha già pagato un prezzo altissimo, non può più attendere”, ha concluso Prisciano, sollecitando un impegno unitario per trasformare la crisi in una occasione di rinascita. La speranza è che l’accordo possa diventare un modello nazionale ed europeo di transizione sostenibile, capace di coniugare sviluppo industriale, tutela ambientale e salute pubblica.

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