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Taranto

Spari e sangue ai Tamburi, “La città non diventi ostaggio della violenza mafiosa”

L'associazione Libera Taranto lancia l’allarme sul clima di terrore nei quartieri e chiede una reazione collettiva

Spari e sangue ai Tamburi, “La città non diventi ostaggio della violenza mafiosa”

Sparatoria in via Machiavelli - foto di Francesco Manfuso

TARANTO - Due morti, due feriti gravi e un intero quartiere sotto shock. L’ultimo episodio di violenza armata nel rione Tamburi, a Taranto, non è solo l’ennesimo regolamento di conti, ma un segnale inequivocabile del dilagare di una mentalità criminale che continua a farsi strada nelle periferie urbane. A denunciarlo con forza è il coordinamento provinciale di Libera Taranto, che in una nota prende posizione sull’accaduto, definendolo senza mezzi termini un atto di gangsterismo urbano.

Secondo quanto ricostruito, la sparatoria sarebbe nata da uno scontro per il controllo dello spaccio di droga, in cui due gruppi rivali si sono affrontati con armi da fuoco in pieno centro abitato. Le conseguenze sono state drammatiche: 2 persone hanno perso la vita e altre 2 sono rimaste gravemente ferite. Un episodio che, secondo Libera, rappresenta in modo chiaro l'affermarsi di una cultura fondata sulla sopraffazione e sulla violenza, dove la vita umana sembra avere sempre meno valore.

"Quello che è accaduto – scrive l’associazione – mostra quanto il mondo criminale ricorra ormai sistematicamente alle armi per risolvere i propri conflitti interni. Non si tratta solo di illegalità, ma di una sfida aperta alla convivenza civile e alle istituzioni. Ancora più inquietante è la rivendicazione pubblica, da parte di uno degli autori sopravvissuti, di un fatto già di per sé criminale: un segnale allarmante del livello di sfrontatezza raggiunto da certi ambienti".

La facilità con cui le armi circolano nei quartieri, unita all’apparente indifferenza con cui si è consumata la tragedia, spinge Libera a parlare senza mezzi termini di una città che rischia di diventare un far west, dove la paura regna nelle strade e l’illegalità si impone come normalità.

“Ci colpisce – prosegue la nota – l’assenza di un’indignazione collettiva da parte della cittadinanza e delle istituzioni. Episodi come questo non possono passare sotto silenzio, non devono diventare routine. Il pericolo più grande è quello di abituarsi alla violenza, di lasciarsi sopraffare da un silenzioso senso di rassegnazione”.

Per Libera, è giunto il momento che la città reagisca, che tutte le forze sane del territorio si interroghino sul presente e sul futuro. “Non possiamo accettare che le nuove generazioni crescano in un contesto segnato dal dominio criminale. Tocca a ciascuno di noi scegliere da che parte stare. È fondamentale rispondere alla violenza con i valori della responsabilità, del rispetto e della legalità. Solo così possiamo costruire un domani libero da mafie e disvalori”.

Il coordinamento provinciale ribadisce la propria posizione: “Vogliamo alzare la voce, più forte degli spari. La nostra è la voce della libertà”.

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