Cerca

Cerca

Taranto

Sparatoria ai Tamburi, “La città è spezzata, serve un patto per il quartiere”

Dopo l’agguato a colpi di pistola che ha causato un morto e tre feriti, l’avv. Francesco D’Errico lancia un appello: “Non basta l’ordine pubblico, servono interventi strutturali per salvare i Tamburi dall’abbandono”

Francesco D’Errico

Francesco D’Errico

TARANTO - «Un morto, tre feriti di cui due gravi, decine di colpi d’arma da fuoco in pieno centro abitato. Non è uno scenario di guerra, è la nostra Taranto». Con queste parole, Francesco D’Errico, dirigente dell’UDC, commenta la drammatica sparatoria avvenuta mercoledì sera al quartiere Tamburi, tra via Machiavelli e via Lisippo, nella zona delle cosiddette “case parcheggio”. Un agguato armato sotto gli occhi dei residenti, che ha lasciato sul selciato una vittima e tre feriti, due dei quali in gravi condizioni.

“Se non alziamo ora la voce, come comunità e come istituzioni, abbiamo già fallito”, avverte D’Errico, sottolineando come l’episodio non sia isolato, ma l’ennesimo segnale di un degrado strutturale radicato nel quartiere.

“I Tamburi pagano da anni un doppio prezzo: emergenza ambientale e abbandono sociale”, denuncia l’esponente centrista, ricordando le promesse mancate, i piani straordinari rimasti incompiuti, le risposte tampone di fronte alle emergenze. «Oggi, nel 2025, i Tamburi vivono ancora in uno stato di marginalità cronica. E dove si ritira lo Stato, avanza la criminalità».

Per D’Errico, non basta aumentare i controlli: «Servono più pattuglie, certo, ma anche più scuola, più lavoro, più assistenza. Serve un progetto integrato che affronti alla radice il disagio sociale».

Da qui la proposta di un “Patto per i Tamburi”, un piano straordinario di riqualificazione urbana e sociale da presentare in sede regionale e da finanziare con fondi europei e risorse strutturali. Un programma vero, sottolinea, «non una passerella politica», che coinvolga Comune, Regione, Prefettura, scuole, parrocchie, associazioni e preveda case dignitose, spazi per bambini, formazione professionale, sostegno alle famiglie, assistenza psicologica, centri di aggregazione giovanile e un monitoraggio costante.

“Taranto è una città spezzata – conclude D’Errico – una parte vive, una parte sopravvive. E quando si spara per strada, è il segnale disperato di un’area che non ha più nulla da perdere. Parlare solo di regolamenti di conti è riduttivo. Questa è una richiesta di attenzione, e la politica deve rispondere con fermezza e concretezza”.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Buonasera24

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Termini e condizioni

Termini e condizioni

×
Privacy Policy

Privacy Policy

×
Logo Federazione Italiana Liberi Editori