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Il caso
17 Luglio 2025 - 09:16
Un rendering dell'aeroporto di Taranto-Grottaglie
GROTTAGLIE - A Grottaglie si prepara la realizzazione di uno degli aerei cargo più grandi mai concepiti, il Windrunner, progetto futuristico di velivolo ultra-pesante destinato al trasporto di componenti industriali giganteschi, in particolare pale eoliche. Ma se l’annuncio accende i riflettori sul potenziale tecnologico e produttivo del sito jonico, resta silenzioso il tabellone delle partenze per i passeggeri.
Ancora una volta, l’aeroporto di Taranto-Grottaglie si trasforma in laboratorio industriale, mentre continua a mancare ciò che i cittadini chiedono da anni: voli di linea per le principali città italiane.
Il nuovo progetto, promosso con entusiasmo dal sindaco Ciro D’Alò, prevede la nascita di uno stabilimento per la costruzione del Windrunner, aereo da 108 metri di lunghezza, 80 metri di apertura alare, capace di atterrare su piste provvisorie di 1.800 metri e trasportare carichi eccezionali. Si parla di 2.500 nuovi posti di lavoro, di collaborazioni con Aeroporti di Puglia e di una rinnovata attrattività per il territorio.
Ma ad alzare la voce è Alfredo Luigi Conti, presidente del movimento Taranto Diritto di Volare e componente dell’Unione dei movimenti pro aeroporto di Taranto-Grottaglie: «È un paradosso – dichiara –. Si progettano colossi dell’aria per rotte industriali, ma un cittadino non può prendere un volo per Milano o Torino. Da decenni chiediamo soltanto ciò che ci spetta: il diritto alla mobilità aerea».
Il nodo resta sempre lo stesso. Enac e Aeroporti di Puglia sembrano preferire la vocazione logistica e sperimentale del sito, sacrificando la funzione primaria dell’aeroporto: quella di connettere le persone. Un’intera provincia – sottolinea il movimento – continua a rimanere esclusa da collegamenti diretti con il resto del Paese, in assenza totale di un piano concreto per l’avvio di tratte passeggeri.
«La retorica dell’innovazione non può più essere una scusa – prosegue Conti –. Mentre si celebrano partnership con multinazionali americane e si annunciano rivoluzioni aerospaziali, studenti, lavoratori, famiglie e turisti restano a terra, senza una reale alternativa alla macchina o ai lunghi trasferimenti su altri aeroporti pugliesi».
Il Windrunner sarà pure un sogno per l’industria del futuro, ma oggi Taranto chiede concretezza. Non slogan, ma voli operativi. Non visioni a lungo termine, ma soluzioni immediate per chi ha diritto di partire e arrivare anche dal proprio territorio.
Il messaggio lanciato dal movimento è chiaro: «Basta con progetti che escludono i cittadini. L’aeroporto deve servire la comunità, non solo le esigenze del mercato industriale. Ogni annuncio che non prevede voli di linea è, per noi, l’ennesima occasione sprecata».
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