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Taranto

Supermercati Lidl, braccia incrociate a Taranto e provincia: sciopero e sit-in dei lavoratori

Sindacati in protesta dopo il fallimento del tavolo nazionale: salari fermi, nessun passo avanti sull’organizzazione del lavoro. Corteo e sit-in dalle 9.30 di domani davanti al punto vendita di via Mediterraneo. L'azienda: proposto un pacchetto di misure significativamente migliorativo

Un carrello della spesa

Un carrello della spesa

TARANTO - Si fermeranno domani, venerdì 18 luglio, per l’intero turno di lavoro, le lavoratrici e i lavoratori impiegati in tutti i punti vendita LIDL di Taranto e provincia. Lo sciopero, accompagnato da un sit-in dalle 9.30 alle 12.00 davanti al supermercato di via Mediterraneo, è stato proclamato da FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTuCS, in risposta al nuovo nulla di fatto registrato al tavolo nazionale sulla trattativa per il contratto integrativo aziendale.

A guidare la mobilitazione le segretarie provinciali Paola Fresi (CGIL), Maria Scala Vinci (CISL) e Luigi Galiano (UIL), che denunciano «la totale chiusura dell’azienda alle richieste economiche e organizzative avanzate dai sindacati e condivise dai lavoratori».

Il nuovo sciopero arriva a meno di una settimana dalla riunione del 10 luglio, convocata a livello nazionale per discutere della parte economica del contratto integrativo, e naufragata per l’ennesima volta davanti alla proposta ritenuta “irricevibile” da parte di LIDL. «A fronte di richieste legittime che vanno da 100 a 300 euro, l’azienda ha messo sul tavolo soltanto poche decine di euro in buoni spesa, ignorando completamente il carico crescente imposto al personale», hanno spiegato i rappresentanti sindacali.

Oltre al tema salariale, le organizzazioni sindacali lamentano l’assenza di progressi sull’organizzazione del lavoro e sulla gestione delle flessibilità per i contratti part time, tema ribadito anche durante l’ultimo confronto. I sindacati avevano proposto, in alternativa a un aumento del salario fisso, l’introduzione di un salario variabile legato a parametri oggettivi, ma anche su questo punto non è arrivata alcuna apertura da parte aziendale.

«Ci troviamo – dichiarano Fresi, Vinci e Galiano – di fronte a una posizione aziendale rigida e distante dalla realtà vissuta ogni giorno nei punti vendita, dove si chiede sempre di più senza offrire in cambio né miglioramenti retributivi né tutele organizzative».

Da qui la scelta di scendere in piazza, con astensione dal lavoro su tutto il territorio provinciale e presidio davanti al punto vendita tarantino, che sarà anche sede di un punto stampa per illustrare nel dettaglio le motivazioni dello sciopero.

I sindacati confermano che la mobilitazione non si fermerà, e che continueranno a sostenere i lavoratori finché non verranno riconosciuti diritti e dignità a chi ogni giorno garantisce il funzionamento della catena commerciale.

La replica di Lidl Italia:

Non si è fatta attendere la replica dell'azienda con le parole di Massimiliano SilvestriPresidente Lidl Italia“Da sempre ci impegniamo per garantire condizioni economiche di miglior favore a tutte le nostre collaboratrici e i nostri collaboratori e, già a partire dal 2009, Lidl Italia è l’unica realtà del settore discount - e una delle poche nella GDO italiana - ad essersi dotata volontariamente di un Contratto Integrativo Aziendale. In occasione delle trattative per il rinnovo, ancora una volta, abbiamo confermato il nostro impegno proponendo un pacchetto di misure significativamente migliorativo per uno sforzo economico complessivo pari a 20 milioni di euro aggiuntivi, corrispondente ad un aumento superiore al 50% rispetto al contratto in essere.

Parte dell’attenzione costantemente dedicata ai dipendenti, si evince anche dal fatto che Lidl Italia retribuisce il lavoro al minuto e prevede importi di superminimo in busta paga superiori a quelli del settore, oltre a riconoscere una maggiorazione domenicale del 135%, rispetto a quella prevista dal CCNL che è pari al 30%.

 In aggiunta, parallelamente alla proposta economica, ci siamo impegnati per proseguire sulla strada già intrapresa di istituire le 25 ore settimanali come monte ore minimo contrattuale, rispetto alle 18/20 ore previste dal CCNL di settore; prevedere il passaggio da 5° a 4° livello per i collaboratori impiegati nei centri logistici ed, infine, introdurre la sperimentazione per migliorare la pianificazione degli orari settimanali e delle domeniche.

Restiamo convinti della validità della nostra proposta, costruita in base al fondamentale criterio della sostenibilità economica di lungo periodo, e auspichiamo che le organizzazioni sindacali ne comprendano a fondo il valore.”

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