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Bari
16 Luglio 2025 - 10:03
Il Prof. Bottio in sala operatoria
BARI - Sei vite salvate in appena sette giorni, con trapianti di cuore eseguiti in sequenza a ritmo serrato: è l’eccezionale risultato raggiunto dal Policlinico di Bari, che segna un nuovo primato nella cardiochirurgia italiana. L’impresa porta la firma dell’équipe trapiantologica diretta dal prof. Tomaso Bottio, alla guida dell’Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia Trapiantologica, che ha condotto sei interventi salvavita su pazienti affetti da scompenso cardiaco terminale.
Un traguardo che non riguarda solo la tecnica chirurgica, ma racconta l’efficienza e la dedizione di un sistema complesso, capace di mobilitare risorse cliniche, logistiche e umane in tempi strettissimi. I cuori sono arrivati da sei città diverse, tra cui Nuoro, Padova, Roma, ma anche da Atene, Tolosa e Perigueux, a testimonianza della solidarietà transnazionale che sostiene le reti di donazione. L’ultimo trapianto, in particolare, ha avuto una complessità aggiuntiva: l’organo era stato prelevato da un donatore a cuore fermo (DCD), una procedura che impone un tempo massimo di quattro ore per completare l’impianto, al fine di evitare danni irreversibili.
“In pochi giorni abbiamo affrontato una sfida clinica e organizzativa senza precedenti”, ha dichiarato il prof. Bottio, sottolineando il contributo determinante dell’intera équipe e l’impegno anche nei prelievi a centinaia di chilometri di distanza. “Ogni cuore donato è una possibilità di vita che non possiamo permetterci di sprecare”, ha aggiunto.
A rendere possibile una tale intensità di interventi è anche l’impiego di strumentazioni all’avanguardia. Dal giugno 2024, il Policlinico è dotato di un dispositivo innovativo per il trasporto dei cuori, che mantiene ambiente sterile, temperatura controllata e consente il monitoraggio in tempo reale dello stato dell’organo. Questo sistema ha migliorato radicalmente la sicurezza della conservazione e la riuscita dei trapianti, soprattutto su lunghe tratte.
Sono già in fase avanzata anche le procedure per l’acquisizione di una piattaforma mobile di perfusione a temperatura fisiologica: una tecnologia che permetterà di ridurre i tempi di ischemia, aumentare il numero di donatori utilizzabili e migliorare gli esiti post-operatori.
Un percorso che conferma il ruolo centrale del Policlinico nella rete trapiantologica nazionale. “Oggi siamo il centro con la più alta attività di trapianto cardiaco in Italia e puntiamo a diventare il primo in Europa”, ha annunciato con orgoglio il direttore generale Antonio Sanguedolce. Un successo reso possibile non solo dalla cardiochirurgia, ma anche dal lavoro corale delle unità operative coinvolte, coordinate dal Centro Regionale Trapianti, da anni motore silenzioso ma determinante di ogni successo.
Il prossimo passo sarà la presentazione ufficiale del nuovo progetto “Centro Cuore”, che sarà illustrato il 25 luglio, in occasione dell’inaugurazione del Presidio Regionale Trauma Center e Trapianti all’interno del Padiglione Asclepios 3. “Un modello integrato – spiega Sanguedolce – che comprenderà diagnosi, cura e follow-up delle patologie cardiache complesse, segnando una nuova era per la sanità pugliese e per la cura delle malattie del cuore”.
Intanto, nei corridoi del Policlinico, sei persone sono tornate a respirare, a vivere. Grazie alla tecnologia, alla competenza, ma soprattutto a un’organizzazione che non conosce confini né orari, quando c’è da salvare una vita.
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