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Taranto

Slopping nell’ex Ilva, Luciano Manna denuncia: “Ancora veleni sulla nostra città”

Nuovo episodio di emissioni inquinanti dalle acciaierie. L’attivista segnala uno slopping nell’altoforno alle 8:51

La foto dello slopping di oggi all'ex Ilva - foto di Luciano Manna

La foto dello slopping di oggi all'ex Ilva - foto di Luciano Manna

TARANTO - Un nuovo presunto episodio di inquinamento è stato denunciato questa mattina da Luciano Manna, attivista e portavoce di istanze ambientali a Taranto. Poco prima delle 9, precisamente alle 8:51 di martedì 15 luglio, si sarebbe verificato un fenomeno di slopping all’interno dell’acciaieria numero 2 dello stabilimento ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia.

Lo slopping è una fuoriuscita incontrollata di fumo, polveri e sostanze nocive dall’altoforno, causata dall’instabilità della miscela incandescente di acciaio e scorie durante la colata. Un fenomeno che rilascia nell’aria grandi quantità di particolato e residui tossici, spesso ben visibili come colonne di fumo denso che si sprigionano dalla sommità degli impianti.

Mentre ovunque si discute del futuro di Taranto, noi continuiamo a respirare veleni”, ha dichiarato Manna, commentando quanto accaduto poche ore prima. “Ecco cos’è accaduto stamattina, e nessuno interviene. Questo è lo slopping: emissioni che continuano a colpire direttamente la nostra salute”.

L’attivista ha citato una vecchia dichiarazione rilasciata nel 2013 da Agostino Pastorino, fiduciario della famiglia Riva, storici proprietari dello stabilimento. Durante un interrogatorio davanti al Gip del Tribunale di Taranto, Pastorino aveva affermato: “A Genova non potevamo fare neanche uno slopping. Ci avrebbero chiuso”. Una frase che oggi, secondo Manna, suona come un’amara conferma del doppio standard che ha penalizzato per anni la città jonica.

L’episodio segnalato arriva mentre prosegue il dibattito politico e istituzionale sul destino del polo siderurgico e sulle misure da adottare per conciliare produzione e tutela della salute. 

Lo slopping odierno riaccende l’allarme tra i cittadini e i comitati, che da anni chiedono controlli più rigorosi, sanzioni immediate e interventi strutturali per prevenire fenomeni simili.

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