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Giochi del Mediterraneo 2026
15 Luglio 2025 - 10:32
Nave da crociera a Taranto - archivio
TARANTO - Mentre la clessidra che segna il tempo che ci divide dall’edizione di Taranto dei Giochi del Mediterraneo continua incessantemente a far scorrere i suoi granelli e mentre la macchina operativa continua a lavorare alacremente per la realizzazione degli impianti sportivi dove si gareggerà, ecco divampare una nuova polemica: quella relativa all’ospitalità dei 4.500 atleti che parteciperanno a Taranto 2026.
Al centro del dibattito c'è la scelta di noleggiare navi da crociera per ospitare i 4.500 partecipanti invece di costruire un villaggio olimpico che, al termine della manifestazione, sarebbe potuto restare alla città.
Il Comitato Internazionale per i Giochi del Mediterraneo considera entrambe le opzioni valide, ma impone una condizione precisa: gli atleti devono essere ospitati tutti insieme, in un raggio di massimo 3 o 4 chilometri dalla città, per garantire lo spirito di comunità e condivisione dell’esperienza olimpica. Un modo per far incontrare esperienze diverse di atleti che vengono da decine di Paesi.
A far discutere, però, è il costo della scelta marittima. Noleggiare le navi per circa un mese potrebbe costare fino a 30 milioni di euro, IVA inclusa. Una cifra che richiama quella sostenuta da Napoli nel 2019 per le Universiadi (i Giochi olimpici riservati agli studenti universitari), quando furono spesi 26 milioni di euro per ospitare gli studenti-atleti a bordo di navi.
Ma perché Taranto non ha mai valutato l’opzione villaggio? A rispondere è Massimo Ferrarese, nella sua veste di Presidente del Comitato Organizzatore dei Giochi del Mediterraneo (l’altra che ricopre è quella di Commissario per la realizzazione degli impianti). “La costruzione di un villaggio non è mai stata contemplata, né per i tempi decisamente incompatibili con l’agenda dei Giochi, né per i costi troppo elevati, che il Governo non avrebbe mai potuto sostenere oltre ai 275 milioni già stanziati per Taranto”.
E sì, perché per costruire una struttura capace di ospitare almeno 4.500 persone servirebbero non meno di 900 giorni. Un orizzonte temporale che non può essere rispettato, considerando che i 50 milioni per l’organizzazione dei Giochi sono stati resi disponibili solo quest’anno.
Anche sul piano economico, l’impresa sarebbe risultata insostenibile. Basta guardare all’esperienza di Milano-Cortina 2026, dove tre villaggi olimpici accoglieranno 3.500 atleti con un investimento complessivo di 229 milioni di euro. Il solo villaggio di Milano, destinato a diventare uno studentato, costerà circa 140 milioni di euro per 1.500 atleti.
In questo contesto, la scelta delle navi è stata l’unica realmente praticabile, anche per motivi logistici. “Oltre all’investimento insostenibile di un villaggio enorme e non più utilizzabile alla fine dei Giochi, ospitare e assistere 4.500 atleti a terra avrebbe richiesto anche l’assunzione temporanea di centinaia di addetti per i servizi di vitto e alloggio – aggiunge Ferrarese – con spese che non saremmo riusciti a coprire”.
Il costo delle navi, pari a 26 milioni di euro più IVA, è emerso da una manifestazione di interesse avviata mesi fa dal Comitato. A rispondere è stata una sola società, che ha presentato la propria proposta economica, divenuta ora base d’asta per una successiva gara internazionale. L’auspicio è che il confronto competitivo tra più operatori consenta di ridurre la cifra complessiva.
Resta dunque confermata la linea organizzativa: niente villaggio olimpico, ma accoglienza in mare, come già avvenuto in altre esperienze internazionali. Una soluzione imposta dalle condizioni iniziali, non da una scelta ideologica.
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