La proposta di sfiducia è stata quindi respinta, sancendo nei fatti la tenuta della coalizione che sostiene Minervini, nonostante la sua sospensione ufficiale dall’incarico disposta dal prefetto a seguito dell’applicazione di una misura cautelare. Il sindaco, infatti, era finito agli arresti domiciliari nell’ambito di un’indagine della Procura di Trani su presunti favoritismi nell’affidamento di appalti pubblici, ed è stato poi scarcerato con divieto di accesso al Palazzo di Città.
Durante il dibattito in aula, durato diverse ore, i consiglieri di maggioranza hanno ribadito la propria fiducia politica al primo cittadino, difendendone l’operato e parlando di “vicenda da chiarire nelle sedi opportune”, mentre le opposizioni hanno insistito sulla necessità di un passo indietro da parte di Minervini per rispetto istituzionale e trasparenza nei confronti della città.
Il voto finale ha evidenziato una netta spaccatura politica ma non numerica, con la maggioranza che ha mantenuto il controllo dell’aula e respinto il tentativo dell’opposizione di aprire una nuova fase amministrativa.
Il sindaco, pur impossibilitato a esercitare le funzioni, resta formalmente in carica, in attesa degli sviluppi giudiziari e dell’eventuale evoluzione della misura cautelare. Intanto, l’amministrazione comunale prosegue l’attività sotto la guida dei dirigenti e con la supervisione del vicesindaco Nicola Piergiovanni, in attesa che la situazione venga definita anche sul piano politico.