La vicenda si inserisce nel quadro dell’inchiesta che, nel 2024, aveva portato all’esecuzione di 130 misure cautelari per presunti episodi di condizionamento del voto alle elezioni comunali del 2019. Le due agenti erano finite al centro dell’indagine per aver chiesto, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’intervento di Fabio Fiore, ex autista del boss “Savinuccio” Parisi, per “punire” un automobilista che, dopo aver bruciato un semaforo rosso, le avrebbe anche insultate.
Il giudizio del Tribunale del lavoro, però, ha escluso che gli episodi contestati potessero giustificare un licenziamento. Nella motivazione, i giudici hanno evidenziato come non siano emerse relazioni illecite con soggetti esterni all’amministrazione e che i contatti con una persona ritenuta di spessore criminale non costituiscono, di per sé, motivo sufficiente per la cessazione del rapporto di lavoro.
La sentenza sottolinea inoltre che le due ricorrenti hanno sempre adempiuto ai loro compiti istituzionali, elevando regolarmente le sanzioni nei confronti dei trasgressori. Non si è mai verificata, precisano i giudici, alcuna omissione nell’attività sanzionatoria. Anche nei casi oggetto di contestazione, le due vigilesse hanno operato nel rispetto delle norme, senza alcuna compiacenza verso i soggetti fermati.
Il Comune di Bari ha già annunciato che presenterà ricorso contro la sentenza, contestando la decisione del giudice e chiedendo una nuova valutazione del caso in sede di appello. Intanto, per effetto della pronuncia, le due agenti hanno diritto a rientrare nel proprio posto di lavoro.