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Taranto
14 Luglio 2025 - 15:31
Un postino al lavoro
TARANTO - Otto ore al giorno su strade che collegano San Donato a Paolo VI, passando per Statte e tutta l’area dell’hinterland: è questa la realtà quotidiana di circa 80 portalettere in servizio per Poste Italiane a Taranto. Un lavoro capillare e complesso, che nel 2022 era costato una sanzione disciplinare a un lavoratore accusato di ritardi e disservizi. Ma il Tribunale del Lavoro oggi ha ribaltato completamente l’accusa, puntando il dito contro l’organizzazione dell’azienda.
La sentenza, firmata dalla giudice Maria Pia Fanelli, ha accolto il ricorso del dipendente, difeso dall’avvocata Ester Spada, annullando multe, sanzioni e decurtazioni stipendiali. Secondo il magistrato, la responsabilità non è da attribuire al singolo lavoratore ma piuttosto a un’organizzazione del lavoro inefficiente, incapace di gestire con efficacia i carichi in un territorio vasto e logisticamente difficile.
“È una decisione importante, che va oltre il singolo caso,” ha commentato Tiziana Ronsisvalle, segretaria generale della SLC CGIL di Taranto. Per il sindacato, la pronuncia non solo riabilita un lavoratore ingiustamente sanzionato, ma impone un cambio di visione rispetto al ruolo e al valore del servizio postale svolto ogni giorno da decine di dipendenti.
“Tutti, almeno una volta, abbiamo imputato ai postini la responsabilità di una mancata consegna o di un ritardo,” ha spiegato Ronsisvalle. “Ma questa sentenza ci dice con chiarezza che i veri nodi sono strutturali: pochi operatori per un’area troppo ampia, con mezzi e tempi insufficienti.”
Il centro operativo da cui partono i portalettere, situato nella zona San Donato-Talsano, serve interi quartieri e comuni limitrofi, con spostamenti giornalieri di chilometri per ogni lavoratore. Le difficoltà, ormai strutturali, sono legate alla carenza di personale rispetto all’estensione territoriale e all’aumento della mole di recapiti, tra posta tradizionale, pacchi e raccomandate.
Per la SLC CGIL, il pronunciamento del giudice è anche un messaggio all’azienda, affinché riveda i criteri di organizzazione interna e distribuzione delle risorse, valorizzando il lavoro dei dipendenti e garantendo un servizio realmente efficiente ai cittadini.
“Non si può continuare a chiedere di più a chi già lavora in condizioni proibitive,” conclude il sindacato, “né scaricare le responsabilità su chi ogni giorno porta avanti un servizio essenziale.”
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