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Andria e Taranto
14 Luglio 2025 - 07:25
Il murale ad Andria per ricordare Paola Clemente
ANDRIA E TARANTO - Sono passati dieci anni dalla tragica scomparsa di Paola Clemente, la bracciante agricola di Crispiano morta il 13 luglio 2015 nelle campagne di Andria, stroncata da un malore mentre lavorava sotto il sole. Ma il suo volto e la sua storia continuano a vivere nelle lotte sindacali contro lo sfruttamento nei campi.
A ricordarla, nel giorno dell’anniversario, è stata la Flai Cgil, che ha promosso diverse iniziative in tutta la regione. Tra queste, l’inaugurazione di un murale realizzato dal celebre artista Jorit, sulla facciata degli uffici comunali di Largo Grotte ad Andria. L’opera ritrae Paola accanto ai volti del celebre quadro "Il Quarto Stato" di Giuseppe Pellizza da Volpedo, simbolo storico delle rivendicazioni bracciantili.
La cerimonia ufficiale si svolgerà lunedì 14 luglio alle ore 18.30, alla presenza del marito di Paola, Stefano Arcuri, dei vertici nazionali e regionali della Cgil, della sindaca Giovanna Bruno e dello stesso autore del murale.
«Paola è il volto di una battaglia che non è finita – ha dichiarato Dora Lacerenza, segretaria generale della Flai Cgil Bat – nonostante la legge approvata nel suo nome, lo sfruttamento nei campi è ancora realtà. Il lavoro deve essere sicuro, tutelato, dignitoso».
Una commemorazione si è svolta anche a Crispiano, paese d’origine di Paola, organizzata dalla Flai di Taranto con la partecipazione dell’istituto Elsa Morante, del Comune, dello Spi Cgil e delle strutture sindacali territoriali e nazionali.
Durante la cerimonia, la segretaria della Flai ionica Lucia La Penna ha ricordato un altro recente dramma: la morte, lo scorso 26 giugno, del 49enne Vincenzo Conversano, bracciante deceduto a pochi chilometri da Castel del Monte.
«A dieci anni dalla morte di Paola Clemente, poco è cambiato – ha denunciato La Penna – e la legge 199 del 2016, pur essendo un punto di svolta, mostra ancora ritardi gravi nella sua applicazione».
La Flai Cgil di Taranto si è costituita parte civile in otto procedimenti penali per caporalato e riduzione in schiavitù, assistita dagli avvocati Stefania Pollicoro e Claudio Petrone. I processi hanno messo in luce condizioni estreme: minacce, percosse, sequestri di documenti, estorsioni ai danni di lavoratori e lavoratrici.
Tra le criticità più evidenti, la mancata attivazione dei 500 mila euro stanziati dalla Regione Puglia per il trasporto degli stagionali agricoli, fondi inutilizzati perché molte aziende rifiutano di iscriversi alla Rete del lavoro agricolo di qualità, temendo controlli e ispezioni.
«Questo atteggiamento – ha spiegato La Penna – dimostra quanto sia ancora lontano il rispetto degli indici di legalità. Non è accettabile che si continui a eludere le regole mentre il lavoro nei campi resta teatro di gravi violazioni».
La segretaria ha infine denunciato il blocco della sezione provinciale della Rete del lavoro agricolo, istituita presso l’Inps, che non si riunisce dal 2023. Un'assenza che priva il territorio di uno strumento fondamentale per il contrasto allo sfruttamento e la tutela dei diritti.
«Lo abbiamo ribadito anche il 26 maggio scorso, durante la mobilitazione nazionale della Flai sotto le prefetture – ha concluso – ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Intanto, nelle campagne, si continua a morire».
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