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Il caso

Emergenza infermieri nelle Rsa pugliesi: le associazioni chiedono il rinnovo della delibera Covid

Le Organizzazioni del settore sociosanitario scrivono all'assessore regionale alla Salute: “Serve una risposta urgente alla carenza di personale. Ripristinare la possibilità per gli infermieri pubblici di lavorare nelle strutture private accreditate"

Corsia di ospedale

Infermieri in corsia

BARI - La carenza di personale infermieristico nelle RSA pugliesi rischia di compromettere la qualità dell’assistenza agli anziani e ai disabili non autosufficienti. È l’allarme lanciato da sei importanti realtà associative del settore, che in una lettera congiunta indirizzata all’assessore alla Salute della Regione Puglia, chiedono il ripristino immediato delle misure straordinarie già adottate durante la pandemia.

Nel documento, sottoscritto da Lega Coop, Confcooperative, Uneba, Agci, Fmpi e Welfare a Levante, viene ricordata la validità della delibera 1414 del 2021, approvata nel pieno dell’emergenza Covid. Quella norma aveva permesso agli infermieri del sistema sanitario pubblico di operare anche nelle strutture private accreditate, con oneri economici a carico delle RSA stesse, offrendo al personale sanitario un compenso aggiuntivo per l’attività svolta.

Una misura che fu accolta con favore sia dalle famiglie che dalle associazioni, in quanto consentiva di sopperire alle carenze di organico garantendo al tempo stesso un’assistenza dignitosa e continuativa agli ospiti delle residenze sanitarie.

Oggi, le sigle del comparto chiedono che quella delibera venga aggiornata e riattivata, alla luce delle persistenti difficoltà che affliggono il territorio pugliese. La richiesta è accompagnata anche da un appello alle ASL per un cambio di passo sul fronte amministrativo.

In particolare, le associazioni segnalano che in caso di improvvise dimissioni di personale infermieristico, le RSA rischiano il blocco dei pagamenti da parte delle Asl, con conseguenze gravi per la gestione economica delle strutture. Una situazione che, secondo i firmatari, potrebbe essere gestita più efficacemente riconoscendo il lavoro straordinario effettuato dagli operatori ancora in servizio, nei periodi di emergenza, senza penalizzazioni nelle verifiche amministrative.

Le organizzazioni chiedono dunque maggiore flessibilità e attenzione da parte degli uffici competenti delle aziende sanitarie locali, affinché vengano tutelate non solo le strutture, ma soprattutto i diritti dei pazienti più fragili.

L’appello si chiude con l’invito a proseguire il dialogo con le istituzioni regionali, nella consapevolezza che la crisi del personale infermieristico non è più emergenza temporanea, ma una fragilità strutturale del sistema sociosanitario da affrontare con strumenti immediati e soluzioni condivise.

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