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Bari

Esame di maturità, stop ai boicottaggi: il Cnddu sostiene la linea Valditara

Il Coordinamento Docenti per i Diritti Umani approva la stretta annunciata dal Ministro sull’esame orale: “Non è repressione, ma difesa del patto educativo. Serve una scuola più dialogica, non senza regole”

Il prof. Romano Pesavento

Il prof. Romano Pesavento

BARI - Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani si schiera apertamente a favore della decisione annunciata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in merito ai recenti casi di rifiuto della prova orale dell’esame di maturità da parte di alcuni studenti. Episodi verificatisi in città come Belluno, Padova, Treviso e Firenze che hanno sollevato un acceso dibattito sul senso dell’Esame di Stato.

Il Ministro ha chiarito che, a partire dal prossimo anno scolastico, chi si sottrarrà volontariamente alla prova orale dovrà ripetere l’intero anno, mettendo così fine alla possibilità di ottenere comunque il diploma facendo leva sul punteggio pregresso. Una scelta netta che, secondo il CNDDU, non va letta come un atto punitivo, ma come un richiamo al rispetto delle regole condivise.

“L’Esame di Maturità non è una mera formalità burocratica – si legge nella nota firmata dal presidente Romano Pesavento – ma un passaggio culturale e formativo fondamentale, che implica responsabilità, coerenza e capacità di affrontare le sfide”.

Il Coordinamento sottolinea come la protesta messa in atto da alcuni studenti, che hanno scelto di non presentarsi o di non rispondere all’orale, non possa essere considerata una forma legittima di dissenso se priva di una proposta alternativa o di confronto. “Il diritto al dissenso – si afferma – non può diventare il diritto di eludere le regole. Senza dialogo con la scuola, il gesto perde valore educativo”.

Ribadendo l’importanza di una scuola capace di ascoltare, il CNDDU propone tre azioni concrete per affrontare in modo costruttivo il disagio che si cela dietro comportamenti estremi:

Una sezione espressiva nell’orale, dove ogni studente possa portare un elaborato o progetto personale, legato alla propria esperienza scolastica o a un tema sociale rilevante, valutato in chiave civica e comunicativa, e non solo disciplinare.

L’attivazione di un’unità nazionale di ascolto studentesco, che metta in rete Ministero, scuole e rappresentanze giovanili per raccogliere istanze, esperienze e criticità in maniera continuativa.

Potenziamento del dialogo educativo tra scuola e famiglia, attraverso sportelli psico-pedagogici in ogni istituto, per prevenire situazioni di disagio che oggi sfociano in forme di rottura con l’istituzione scolastica.

Secondo il Coordinamento, è essenziale tenere insieme partecipazione e responsabilità, rafforzando il senso del patto formativo tra scuola, famiglie e studenti. “Educare alla cittadinanza – conclude Pesavento – significa anche insegnare che ogni protesta comporta delle conseguenze e va agita dentro le regole, non contro di esse. Una scuola più umana non può rinunciare a chiedere coerenza e impegno a chi ne fa parte”.

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