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Bari

Continui blackout, “Guasti ovunque, colpa di politiche industriali sbagliate e scarsa manutenzione”

La mappa delle interruzioni elettriche nelle varie province: oltre 21.000 in sei mesi e disservizi gravi anche in ospedali e aree rurali. I sindacati puntano il dito contro e-distribuzione e chiedono l’intervento delle istituzioni

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BARI - L’estate 2025 segna un nuovo picco di disservizi elettrici in Puglia, con oltre 21.000 guasti registrati nei primi sei mesi dell’anno. A denunciarlo con forza sono le segreterie regionali di FILCTEM-CGIL, FLAEI-CISL e UILTEC-UIL, che parlano apertamente di una rete al collasso e di una crisi causata da anni di mancati investimenti, attribuendo precise responsabilità all’operato di e-distribuzione, società del gruppo Enel concessionaria del servizio.

I numeri raccontano una realtà preoccupante: 4.000 guasti a Bari, oltre 3.500 tra Foggia, Taranto e Brindisi, e punte di 6.000 interruzioni nel Leccese. A farne le spese sono stati cittadini, imprese, esercizi commerciali, ma anche strutture sanitarie come l’ospedale Fazzi di Lecce, finito anch’esso coinvolto in un blackout. Disagi si sono registrati a Porto Cesareo, Andria, Bisceglie, San Marco in Lamis, e in ampie zone del Gargano, dove l’interruzione della fornitura è durata oltre 48 ore in case e masserie.

Secondo i sindacati, la colpa non può essere attribuita solo al caldo e al sovraccarico da condizionatori, come sostenuto da alcune fonti aziendali. “Sono proprio quegli impianti che ci venivano consigliati per ridurre l’uso del gas – osservano – ma oggi il sistema non è in grado di reggere la domanda”.

Nonostante le richieste di incontro più volte inoltrate alla direzione di e-distribuzione Puglia, i sindacati denunciano che la convocazione è stata rimandata ripetutamente e poi ignorata. “Chi ha il compito di garantire l’energia ai cittadini e alle imprese – dichiarano Antonio Frattini (FILCTEM), Natale Lattanzi (FLAEI) e Carlo Perrucci (UILTEC) – non può giustificare i blackout parlando di caldo inaspettato. Serve una vera programmazione e investimenti strutturali, non soluzioni tampone”.

Le tre sigle puntano il dito contro una gestione improntata alla logica del risparmio, dove si riparano vecchi impianti anziché costruirne di nuovi, si taglia il personale operativo e si sfrutta la forza lavoro con ordini di servizio ripetuti e orari sfalsati, in violazione del contratto nazionale.

“e-distribuzione gestisce oltre l’85% della rete nazionale grazie a una concessione pubblica – ribadiscono i sindacati – e ha l’obbligo di investire per garantire un servizio efficiente e continuo. Invece si privilegia la redditività finanziaria, trascurando manutenzione, sicurezza e diritti dei lavoratori”.

Le segreterie regionali evidenziano come centinaia, forse migliaia di ordini di servizio siano stati emessi in tutta Italia, sintomo di una grave carenza di organico. Intanto, da oltre un anno e mezzo è in corso una mobilitazione sindacale nazionale proprio su questi temi.

Ora FILCTEM, FLAEI e UILTEC chiedono un intervento immediato delle istituzioni, a partire da Governo, Regioni e Comuni, affinché si torni ad esercitare un controllo effettivo sulle aziende concessionarie di servizi pubblici essenziali. “I blackout – concludono – non sono eventi casuali, ma il frutto di precise responsabilità. Chi non ha fatto ciò che doveva, ora ne deve rispondere”.

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