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Ginosa

Emergenza idrica, Parisi lancia l’allarme: “Senza acqua l’agricoltura muore, ora servono risposte concrete”

Il sindaco denuncia il grave deficit idrico, chiede chiarezza sulla gestione delle risorse e accende i riflettori sul consumo dell’ex Ilva. “Siamo oltre la soglia critica, salvare le nostre campagne è una priorità”

Il vertice sull'emergenza idrica

Il vertice sull'emergenza idrica

GINOSA - Non è una delle tante emergenze di cui si parla ogni giorno. Quella dell’acqua è reale, concreta e pericolosa, e sta mettendo in ginocchio interi settori del territorio. A lanciare un appello forte e diretto è il sindaco di Ginosa, Vito Parisi, che nel corso di un incontro istituzionale presieduto dal prefetto di Taranto, Paola Dessì, ha reso pubblici numeri che parlano chiaro: il deficit idrico ha toccato il 46% rispetto alla media storica, i bacini non riescono più a rispondere alla domanda, sia per uso civile che agricolo, e la portata attuale garantita da Acquedotto Pugliese3.360 litri al secondo – è ben lontana dai 4.600 litri storicamente necessari.

“La situazione è critica e colpisce direttamente il cuore pulsante del nostro territorio: l’agricoltura – ha dichiarato Parisi –. Parliamo di circa 18.000 ettari coinvolti. Se non si interviene subito, le conseguenze rischiano di diventare irreversibili”.

Ma oltre al quadro climatico e alla scarsità delle risorse, il primo cittadino solleva una questione spinosa, finora rimasta ai margini del dibattito pubblico: l’approvvigionamento idrico dell’impianto siderurgico di Taranto. “Ogni anno l’ILVA consuma milioni di metri cubi d’acqua per uso industriale. Possiamo ancora permettercelo, mentre agricoltura e comunità locali lottano per sopravvivere?” si chiede Parisi, ponendo un tema di priorità e redistribuzione delle risorse.

Nel breve periodo, la situazione è aggravata dai ritardi nei lavori alla condotta del San Giuliano, la cui ultimazione – secondo quanto riferito dall’assessore della Regione Basilicata – è prevista entro la fine di luglio. Una data più volte slittata, ma che ora rappresenta l’unico orizzonte possibile per sbloccare almeno parzialmente la crisi.

Positiva, secondo il sindaco, la disponibilità della Regione Basilicata a cedere parte delle risorse idriche del fiume Sinni, ma servono tempi certi, accordi chiari e una gestione coordinata, all’insegna della corresponsabilità tra istituzioni.

“Sono d’accordo con l’assessore regionale Donato Pentassuglia – ha aggiunto Parisi –. È il momento di fare tutto il possibile per salvare le nostre produzioni agricole, che rappresentano una parte fondamentale della nostra economia e identità”.

Nel frattempo, a Ginosa si sta lavorando a una soluzione immediata e concreta: il riutilizzo delle acque affinate prodotte dai depuratori. Un patrimonio che oggi viene inspiegabilmente disperso in mare. Dal depuratore di Ginosa sono disponibili 2.700 metri cubi al giorno, a cui si aggiungono 1.000 metri cubi in inverno e oltre 2.000 nei mesi estivi da Marina di Ginosa.

“Nei prossimi giorni – ha annunciato il sindaco – pubblicheremo un avviso pubblico per assegnare questa risorsa alle aziende agricole. Ogni metro cubo d’acqua recuperato può fare la differenza”.

Ma c’è anche un’altra piaga che alimenta il malcontento: atti vandalici, furti d’acqua, accessi forzati ai canali, già segnalati alle autorità. “Non è accettabile che qualcuno si arricchisca sulla pelle di chi lavora onestamente la terra. Non esistono padroni dell’acqua, e va ricordato che la Puglia è proprietaria di metà dell’acqua del bacino di San Giuliano. Eppure, lo scorso anno, non ci è stato concesso nemmeno un metro cubo, mentre la Basilicata ha utilizzato l’intera dotazione”.

Parisi ha infine rivolto un messaggio chiaro a chi, secondo lui, continua a speculare politicamente sulla crisi: “Non servono passerelle né commissioni vuote, ma verità, responsabilità e impegno quotidiano. Chi lavora nei campi non chiede promesse, ma strumenti, risposte e rispetto. La strada è tracciata: collaborazione istituzionale, trasparenza verso i cittadini e difesa della dignità di chi ogni giorno sostiene questo territorio con fatica e orgoglio”.

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