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Taranto

Nella morsa degli infortuni sul lavoro: “Due morti in cinque mesi sono già troppi”

La Uil denuncia dati allarmanti e chiede un Osservatorio territoriale per la sicurezza. In Puglia rischio più alto della media nazionale. “Non possiamo accettare che si continui a morire lavorando”

Gennaro Oliva

Gennaro Oliva

TARANTO - Due vittime sul lavoro in soli cinque mesi. Un bilancio già drammatico che, secondo la UIL, basta e avanza per suonare l’allarme. Nella provincia ionica il rischio di morire durante l’attività lavorativa resta superiore alla media italiana, con un indice di incidenza pari a 13,7 ogni milione di occupati, secondo i dati aggiornati dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering elaborati su base INAIL.

Taranto si colloca al 42° posto nella classifica nazionale, lontana dai vertici più critici, ma rientra comunque nella fascia arancione, quella che segnala una situazione a rischio. “Non ci interessa il piazzamento – dichiara Gennaro Oliva, coordinatore territoriale della UIL – ma il fatto che si continui a morire lavorando. Due decessi in cinque mesi sono già troppi. Il lavoro deve essere sinonimo di sicurezza, non di pericolo”.

Lo scenario regionale aggrava il quadro. La Puglia è la settima regione più a rischio in Italia, con un indice di incidenza pari a 15,3, superiore alla media nazionale ferma a 11,6. Alcune province superano nettamente la soglia d’allerta: Foggia arriva a 38,7, Brindisi a 27,3. Anche Bari e Taranto, pur con numeri meno gravi, contribuiscono a un panorama preoccupante.

A livello nazionale, le morti in occasione di lavoro nei primi cinque mesi del 2025 sono state 277, a cui si aggiungono 109 decessi in itinere, per un totale di 386 vittime. Un trend in crescita rispetto all’anno precedente. Le regioni più colpite sono quelle del Nord, con la Lombardia in testa per numero assoluto di casi. I settori più pericolosi restano costruzioni, manifattura, logistica e commercio.

In un contesto tanto critico, la UIL Taranto saluta con favore ogni misura concreta. Tra queste, l’ordinanza “anti-caldo” del sindaco di Taranto, che impone lo stop ai cantieri nelle ore più torride dell’estate. “Un provvedimento di buon senso – sottolinea Oliva – che mette la salute dei lavoratori al primo posto”.

Altro passo importante è il protocollo firmato il 26 giugno tra il Commissario straordinario dei Giochi del Mediterraneo, Massimo Ferrarese, l’Ance Taranto, la Cassa Edile Jonica e i sindacati edili. L’accordo introduce regole rigorose nei cantieri delle opere per il 2026, come il divieto di subappalto a cascata, l’uso della banca dati edile, e un tavolo permanente di monitoraggio. “È un modello da replicare ovunque – commenta Oliva – perché garantisce legalità, trasparenza e diritti nei luoghi di lavoro”.

Ma l’attenzione non può fermarsi ai soli cantieri. “Serve lo stesso impegno nei grandi poli industriali come ex Ilva, ENI e Arsenale – insiste Oliva – dove la produttività non può mai valere più della vita umana. La sicurezza dev’essere un presidio permanente”.

La UIL rilancia anche a livello nazionale la propria campagna “Zero morti sul lavoro”, che chiede l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, più ispettori, formazione continua, un database pubblico per i rischi aziendali, e un Testo Unico semplificato per rendere più efficace l’intera normativa.

In conclusione, Oliva lancia una proposta concreta: istituire a Taranto un Osservatorio territoriale per la sicurezza con la partecipazione di enti ispettivi, sindacati, scuole e imprese. “Solo attraverso la prevenzione e la responsabilità condivisa possiamo evitare che la morte sul lavoro diventi una routine accettata. La sicurezza deve essere una priorità assoluta”.

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