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Taranto
09 Luglio 2025 - 16:10
Francesco Boccia
TARANTO - Un’accusa netta al Governo e una richiesta di maggiore responsabilità collettiva. Il senatore Francesco Boccia, capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Madama, ha tracciato una linea precisa durante l’audizione in Commissione Industria del Senato, convocata per discutere la conversione del decreto legge sull’ex Ilva.
Nel corso del confronto con il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, Boccia ha evidenziato come la priorità debba essere coniugare la transizione ecologica con una strategia industriale credibile. “Non possiamo limitarci a dire nave sì o nave no. La domanda vera è: gas per quale modello produttivo?”, ha dichiarato.
Il senatore ha ricordato che la Corte di Giustizia europea ha già espresso un giudizio chiaro: se gli impianti mettono a rischio salute e ambiente, vanno fermati. Per questo, ha aggiunto, è necessario ripensare i tempi della conversione del decreto, chiedendo un breve slittamento delle scadenze per consentire un approfondimento condiviso tra Parlamento, governo e territori.
Durissimo il giudizio sull’azione dell’esecutivo. “In due anni e mezzo – ha detto Boccia – il Governo ha modificato più volte le sue proposte, spesso senza una vera strategia. Dietro la definizione di ‘interesse strategico nazionale’ si è nascosta un’incapacità evidente, fatta di rinvii e responsabilità rimbalzate”.
Per Boccia, la nuova proposta sul tavolo necessita dell’assunzione di responsabilità da parte di tutti i gruppi parlamentari, non solo di chi governa a Roma, ma anche di chi, come il centrosinistra, guida Regione, Provincia, Comune di Taranto e Statte, e Autorità Portuale.
“Va riconosciuto al presidente Emiliano – ha aggiunto – di aver posto la decarbonizzazione come condizione imprescindibile per qualsiasi rilancio industriale”. Secondo Boccia, la svolta passa da una governance pubblica, con il MEF che dovrebbe acquisire temporaneamente l’intero pacchetto azionario degli stabilimenti ex Ilva per garantire un vero controllo dello Stato.
Serve inoltre, ha sottolineato, un piano industriale credibile, da costruire con un Tavolo istituzionale permanente e con il coinvolgimento pieno di enti locali e parti sociali. Boccia chiede infine un incremento delle risorse destinate allo stabilimento: non più 200 ma 400 milioni di euro per manutenzioni, produzione, tutela occupazionale e indotto.
“La nuova industria deve essere decarbonizzata, sostenibile e centrata su salute, ambiente e bonifiche – ha concluso –. A Taranto non possiamo permetterci di fallire. Ora è il momento di decidere davvero.”
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