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Taranto polo strategico per l’eolico offshore: Salvini firma il decreto che assegna i fondi per le infrastrutture portuali

Con 78,3 milioni di euro stanziati, il porto di Taranto rientra tra le aree prioritarie per la cantieristica delle energie rinnovabili marine. In programma interventi per produrre e varare componenti eolici galleggianti

eolico

Parco eolico (foto d’archivio)

TARANTO - Via libera al decreto interministeriale che individua Taranto e Augusta come i due principali siti italiani destinati ad accogliere gli hub cantieristici per l’eolico offshore. Il provvedimento, firmato nei giorni scorsi dai ministeri delle Infrastrutture, dell’Ambiente e dell’Economia, punta a rafforzare la filiera industriale nazionale nel settore delle energie rinnovabili marine, attraverso la valorizzazione delle aree portuali demaniali ritenute idonee.

Tra i criteri utilizzati per la scelta dei siti figurano la fattibilità tecnico-economica, la disponibilità degli spazi, la connessione logistica e i tempi di realizzazione. Le aree selezionate saranno interessate da opere infrastrutturali di rilievo, come dragaggi, adeguamenti e ammodernamenti delle banchine, per facilitare le operazioni di produzione, assemblaggio e varo di componenti per impianti eolici galleggianti.

Per la realizzazione di questi interventi il Governo ha messo sul piatto 78,3 milioni di euro, suddivisi su tre anni a partire dal 2025. Le risorse arriveranno attraverso la riassegnazione dei proventi derivanti dalle aste delle quote di emissione di CO₂, confermando la volontà di reinvestire fondi della transizione ecologica in iniziative strutturali.

Il provvedimento si inserisce in un piano strategico nazionale che mira a consolidare la posizione dell’Italia nel Mediterraneo come piattaforma industriale per l’eolico offshore e a rilanciare il comparto portuale nel segno della sostenibilità energetica.

Soddisfazione è stata espressa dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha seguito con attenzione il dossier, definendo il decreto come un passo decisivo per il futuro della cantieristica italiana e per l’avanzamento della transizione energetica.

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