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Grottaglie

Band P38 al Cinzella Festival, nuova protesta: "Presenza offensiva, revochi il patrocinio il Comune"

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, i consiglieri di opposizione tornano a contestare duramente la scelta dell’Amministrazione. "Inaccettabile legittimare chi richiama simboli legati al terrorismo"

Il Comune di Grottaglie

Il municipio di Grottaglie (foto d'archivio)

GROTTAGLIE - La polemica non si placa. Anzi, si riaccende con forza. A riaprire il caso della band P38 inserita nel cartellone del Cinzella Festival è un nuovo intervento congiunto dei consiglieri comunali Massimo Carrieri, Giusi Cassese, Francesco Donatelli, Gianni Marinelli e Vito Rossini, che con una nota tornano a esprimere preoccupazione e sconcerto per la partecipazione del gruppo al festival patrocinato e sostenuto dal Comune.

Nel mirino, ancora una volta, la natura simbolica e ideologica del progetto musicale, accusato di fare riferimento esplicito alla sigla delle Brigate Rosse e di diffondere messaggi ritenuti provocatori e legati alla stagione della violenza politica e del terrorismo degli anni di piombo.

"Non entriamo nel merito della proposta artistica – scrivono i firmatari – ma non possiamo accettare che una manifestazione sostenuta dall’Amministrazione comunale ospiti una band che, per dichiarazione stessa dei suoi componenti, si richiama a simboli che rappresentano una delle pagine più drammatiche della storia italiana".

Il nodo sollevato è politico e culturale, secondo i consiglieri, che contestano la scelta dell'Amministrazione di avallare, attraverso il patrocinio e il sostegno economico, una presenza ritenuta divisiva e lesiva della memoria collettiva. "La libertà artistica – precisano – non può trasformarsi in legittimazione del sovvertimento dei valori costituzionali".

La richiesta è chiara: il sindaco e la giunta devono prendere le distanze, chiarire se fossero a conoscenza della programmazione e, in caso contrario, revocare immediatamente ogni forma di supporto pubblico all’evento.

Grottaglie merita eventi che uniscano, non che dividano – concludono i consiglieri –. La cultura non può essere utilizzata per operazioni provocatorie che finiscono per banalizzare la storia e il dolore di intere generazioni”.

La vicenda, che ha già alimentato un acceso dibattito in città e sui social, si arricchisce così di un nuovo capitolo, mentre l’Amministrazione resta finora in silenzio pubblico, senza alcuna dichiarazione ufficiale di replica alle accuse mosse dall’opposizione.

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