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Taranto

Ospedale San Cataldo, conto alla rovescia: a maggio 2026 il primo paziente

Renato Perrini: "Struttura imponente, servono fondi e gestione autonoma. Restino aperti anche i pronto soccorso di Santissima Annunziata e Moscati"

Nuovo ospedale San Cataldo

Il cantiere per la realizzazione dell'ospedale San Cataldo (foto d'archivio)

TARANTO - Mancano 10 mesi all'apertura del nuovo ospedale San Cataldo di Taranto. Lo ha confermato il capogruppo di Fratelli d’Italia, Renato Perrini, a margine dell'audizione congiunta delle Commissioni I e III del Consiglio regionale, durante la quale si è fatto il punto sull’avanzamento dei lavori.

Secondo quanto emerso, entro maggio 2026 saranno completati l’allestimento degli interni, comprese le apparecchiature diagnostiche, e il trasferimento del personale sanitario e amministrativo. Perrini, che da anni segue l’iter della struttura, ha sottolineato che, nonostante i ritardi rispetto alle tante promesse politiche, il cronoprogramma attuale conferma le previsioni più realistiche fatte in passato.

Il consigliere regionale ha però rilanciato con forza una proposta già avanzata in passato: trasformare il San Cataldo in un’azienda ospedaliera autonoma, ritenendo insufficiente l’attuale gestione da parte della Asl di Taranto, vista la dimensione e la complessità del nuovo polo sanitario.

Durante l’audizione, Perrini ha chiesto all’ingegner Paolo Moschettini della Asl Ta l’elenco completo dei bandi in corso e dei contenziosi aperti, per scongiurare ulteriori ritardi legati a ostacoli burocratici e per verificare se le risorse stanziate siano sufficienti o necessitino di integrazioni.

Guardando al futuro della sanità tarantina, Perrini ha evidenziato la necessità di mantenere operativo il pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata – tema su cui ha registrato un’apertura da parte del presidente Michele Emiliano – e ha chiesto la riapertura del pronto soccorso dell’ospedale Moscati.

«È impensabile – ha dichiarato – che in un territorio così segnato dalla crisi ambientale e sanitaria legata alla vicenda ex Ilva si possa ridurre l’offerta sanitaria. Taranto ha pagato un prezzo altissimo in termini di salute e vite umane. Serve un impegno concreto da parte del Governo nazionale e di quello regionale, per garantire una rete ospedaliera all’altezza delle sfide».

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