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Il caso

“Inclusione scolastica a rischio, i Comuni lasciati soli”

Il senatore del M5S Mario Turco accusa il Governo: «Servizi essenziali per gli alunni disabili gravano su bilanci locali già al collasso. Subito fondi o sarà discriminazione»

Mario Turco

Mario Turco

TARANTO - «La situazione è ormai al limite della sostenibilità: i Comuni italiani non possono più sopportare da soli il peso dell’inclusione scolastica per gli alunni con disabilità». A dirlo è il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle, che ha depositato un’interrogazione scritta ai ministri dell’Istruzione e del Lavoro, denunciando l’assenza di interventi da parte del Governo centrale.

Al centro del documento, la gestione del servizio di assistenza scolastica per gli studenti certificati ai sensi della legge 104 del 1992, un obbligo di legge che però, secondo Turco, viene scaricato quasi interamente sui bilanci comunali. In molti territori, il costo supera i 3 milioni di euro l’anno, mentre i contributi statali non arrivano nemmeno a coprire il 20% delle spese.

«Il contratto del personale scolastico – spiega Turco – ha attribuito sulla carta alcuni compiti al personale ATA, ma nella pratica le competenze restano in capo ai Comuni, spesso senza strumenti e risorse. Questo genera paradossi inaccettabili: i casi gravi, dove le possibilità di recupero sono minime, ricevono supporto obbligatorio; quelli più lievi ma promettenti, invece, dipendono dalle casse locali. Un sistema profondamente iniquo e incostituzionale».

Il senatore chiede al Governo se sia consapevole del peso crescente che grava sulle amministrazioni comunali e propone una serie di interventi immediati e strutturali. Tra questi, l’utilizzo dei nuovi POC (Programmi Operativi Complementari), come già avvenuto per il Fondo Povertà, e l’istituzione di un fondo nazionale strutturale, vincolato e cofinanziato da Stato e Regioni, per garantire livelli essenziali di assistenza in tutte le scuole italiane.

«Il diritto all’istruzione – conclude Turco – non può dipendere dal CAP di residenza. Se vogliamo una scuola pubblica, equa e realmente inclusiva, dobbiamo mettere i Comuni in condizione di non fallire. Il Governo non può più voltarsi dall’altra parte».

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