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Taranto

Spese legali anticipate ai due poliziotti indagati: il Viminale sostiene Lupoli e Cavallo

Il Ministero dell’Interno anticipa le spese giudiziarie per i due agenti coinvolti nell'inchiesta seguita alla morte del brigadiere Carlo Legrottaglie. Fsp Polizia di Stato: “Segnale concreto di vicinanza a chi opera per lo Stato”

Valter Mazzetti

Valter Mazzetti

TARANTO - Il Ministero dell’Interno ha deciso di anticipare le spese legali per Ivan Lupoli e Giuseppe Cavallo, i due agenti indagati nell’ambito dell’inchiesta aperta a seguito della tragica uccisione del brigadiere Carlo Legrottaglie, avvenuta lo scorso 12 giugno nel brindisino durante un conflitto a fuoco culminato con l’arresto di un presunto responsabile.

La notizia è stata accolta con soddisfazione da parte del sindacato Fsp Polizia di Stato, che in una nota firmata dal segretario generale Valter Mazzetti ha espresso apprezzamento per una decisione considerata “un passo concreto nella giusta direzione”.

«Accogliamo con favore – ha dichiarato Mazzetti – la scelta del Viminale, che riconosce il valore del nostro costante confronto con le istituzioni. In questi anni, il dialogo con il ministro Matteo Piantedosi e con il sottosegretario Nicola Molteni si è rivelato serio, costruttivo e orientato all’ascolto delle reali necessità del personale in divisa».

L’anticipazione delle spese legali, disposta direttamente dal Ministero con accredito specifico, è letta dal sindacato come un segnale concreto di supporto nei confronti degli agenti impegnati in prima linea, spesso esposti a situazioni complesse e rischiose. «Nessuno ha la bacchetta magica per risolvere ogni problema – ha proseguito Mazzetti – ma vedere misure tangibili come questa o come quelle contenute nel Decreto Sicurezza significa restituire agli operatori la certezza di agire per lo Stato, sapendo di avere lo Stato al proprio fianco».

La vicenda che ha portato all’inchiesta risale al giorno in cui il brigadiere Legrottaglie, durante un’operazione nel territorio brindisino, è rimasto ucciso in uno scontro a fuoco, e successivamente sono stati arrestati due sospetti, tra cui appunto da parte degli agenti oggi sotto indagine.

Il provvedimento del Viminale non entra nel merito del procedimento penale in corso, ma intende tutelare il diritto alla difesa di chi si trova a dover rispondere di azioni compiute nell’ambito del proprio servizio istituzionale, in attesa del pieno accertamento giudiziario dei fatti.

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