Tragedia in mare, si cerca ancora: affiora un sedile, cala la speranza

TARANTO - Proseguono senza sosta, ma con un crescente senso di impotenza, le ricerche dei tre uomini scomparsi in mare da ormai 4 giorni. Dopo il ritrovamento del corpo di Claudio Donnaloia, le probabilità di ritrovare in vita gli altri occupanti dell’imbarcazione si fanno sempre più esigue. Familiari e amici restano in attesa, aggrappati a un filo di speranza che il passare delle ore rende sempre più sottile.

Nel frattempo la Procura di Taranto ha avviato un’indagine per chiarire le circostanze della tragedia. Il fascicolo è stato affidato al pubblico ministero Remo Epifani, che ha già avviato i primi atti istruttori. Dopo il confronto con il medico legale, potrebbe essere disposta l’autopsia sul corpo di Donnaloia, anche se il primo esame cadaverico indicherebbe come causa della morte l’annegamento.

Intanto si delineano le prime ricostruzioni dell’accaduto. Secondo quanto trapela, l’imbarcazione potrebbe aver subito un’avaria al motore, ritrovandosi alla mercé delle onde. Le condizioni del mare, rese particolarmente proibitive dal vento forte e da onde alte fino a 4 metri, potrebbero aver causato l’affondamento del semi-cabinato con a bordo i 4 uomini.

Tra i pochi indizi emersi nelle ultime ore, è stato recuperato un sedile bianco che potrebbe appartenere proprio al natante scomparso, un elemento che sembra confermare l’ipotesi del naufragio. Tuttavia, nessun altro elemento utile è stato rinvenuto durante l’ennesima notte di perlustrazioni.

La situazione resta drammatica e, sebbene le ricerche proseguano, il silenzio del mare non restituisce risposte.

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