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Castellaneta
01 Luglio 2025 - 16:53
L'incontro sulla fauna selvatica a Castellaneta
CASTELLANETA - La Puglia si prepara a una svolta nella gestione della fauna selvatica: presto sarà possibile vendere e somministrare localmente carne di cinghiale in piccoli quantitativi, su richiesta diretta del consumatore o dei titolari di esercizi commerciali. A rendere possibile questa innovazione è una proposta di modifica alla legge regionale 28 del 2018, formalizzata dall’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, che punta a sviluppare una filiera corta a vantaggio di imprese, agriturismi e consumatori.
Attualmente la normativa vieta la vendita della selvaggina abbattuta, ma l’emendamento – ispirato dalle sollecitazioni emerse durante l’incontro “Fauna selvatica in Puglia” organizzato a febbraio a Castellaneta da CIA Agricoltori Italiani – mira a cambiare radicalmente il quadro. Il progetto prevede la cessione diretta di carne di cinghiale tramite centri di lavorazione riconosciuti, con ispezione veterinaria obbligatoria ed esame trichinoscopico. Le carcasse potranno essere commercializzate solo dopo accertamenti rigorosi da parte dei servizi veterinari della Asl. Restano invece vietate la vendita di fauna selvatica diversa dal cinghiale e la commercializzazione di animali morti in incidenti stradali.
“È una grande occasione per il territorio – ha commentato Pentassuglia –. Possiamo costruire una filiera garantita sotto ogni profilo igienico-sanitario, che valorizzi le produzioni locali e offra ai consumatori un prodotto tipico, lavorato interamente in Puglia”.
Un'opportunità non solo economica, ma anche strategica per il contenimento dei cinghiali, considerati da tempo una vera emergenza per agricoltori e automobilisti. Il presidente di CIA Puglia, Gennaro Sicolo, ha parlato di “segnale concreto dell’impegno istituzionale”, mentre il vicepresidente regionale Giannicola D’Amico ha sottolineato come il via libera alla vendita diretta sia il frutto di “anni di ascolto e confronto con agricoltori, operatori agrituristici e piccoli imprenditori locali”.
Soddisfazione è stata espressa anche da Vito Rubino, direttore dell’area Due Mari Taranto-Brindisi della CIA, che ha ringraziato l’assessore per “l’attenzione mostrata e la concreta collaborazione”.
Se approvato, l’emendamento potrebbe innescare un circolo virtuoso tra agricoltura, turismo gastronomico e gestione del territorio, offrendo nuove prospettive per il rilancio delle aree rurali pugliesi e un modello replicabile anche in altre regioni italiane.
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