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Bari
30 Giugno 2025 - 07:12
Usura
BARI - Nel corso del 2024, la Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II ha confermato il proprio impegno nella prevenzione dell’usura e del sovraindebitamento, tracciando un bilancio di attività che riflette l’urgenza sociale del fenomeno. Il Consiglio Direttivo ha approvato la Relazione annuale, documento che accompagna il bilancio consuntivo e rilancia la missione dell’organismo a ridosso del trentennale di fondazione.
Nel testo si evidenzia come il magistero di Papa Francesco, scomparso nell’Anno Giubilare, continui a ispirare il lavoro della Consulta. Il Pontefice ha più volte definito l’usura “un peccato grave” che “uccide la vita e calpesta la dignità”. Da qui la scelta della Consulta di legare il Giubileo alla riflessione sul debito come ferita sociale, che può essere risanata attraverso solidarietà, fiducia e giustizia riparativa.
Nel 2024 l’attività delle 35 Fondazioni e Associazioni Antiusura sparse sul territorio si è rivelata decisiva. Oltre a fornire supporto diretto, queste realtà locali hanno intercettato nuove domande di aiuto, rafforzando la rete di contrasto all’indebitamento patologico.
Tra i risultati raggiunti spiccano i dati sull’impiego del Fondo di Prevenzione dell’Usura (articolo 15 della Legge 108/1996). Complessivamente, nel 2024, sono state gestite 5.184 pratiche, con la concessione di 675 garanzie per un totale di 16.992.055 euro. A queste si aggiungono 259 garanzie con fondi propri, per un valore di 1.522.063 euro, e sovvenzioni e beneficenze a titolo gratuito pari a 347.320 euro.
Un ambito prioritario è stato anche il sostegno ai cittadini in stato di sovraindebitamento, gestito attraverso la consulenza legale prevista dalla Legge 3/2012, che ha consentito a molte famiglie di riorganizzare i debiti ed evitare il ricorso all'usura.
La Relazione evidenzia tuttavia anche le criticità legate alla gestione delle risorse. Nell’assegnazione 2024 del Fondo statale si è registrato un calo dei finanziamenti e un accesso più selettivo, mettendo sotto pressione l’intero sistema. A questo si aggiunge la recente riforma della Legge 108/1996, che prevede una nuova ripartizione delle risorse, con il 60% destinato ai Confidi e il 40% alle Fondazioni e Associazioni. Una modifica che recepisce parzialmente le richieste della Consulta, ma la cui efficacia dipenderà dalla capacità del legislatore di invertire il trend negativo degli stanziamenti.
In parallelo, la Consulta ha intensificato il dialogo con le istituzioni, consolidando i rapporti con la Conferenza Episcopale Italiana, in particolare con il Cardinale Matteo Zuppi e Monsignor Giuseppe Baturi, e partecipando attivamente all’Osservatorio Nazionale Antiracket e Antiusura, nonché al Comitato di Solidarietà per le vittime.
Forte l’allarme lanciato sul fronte del gioco d’azzardo, definito una “piaga sociale alimentata dal silenzio”. Il settore ha raggiunto nel 2024 i 160 miliardi di euro di raccolta, una cifra che nasconde migliaia di casi di indebitamento e dipendenza. Secondo i dati, nel 2023 si contavano oltre 15 milioni di conti gioco online attivi, 800.000 giocatori problematici e 1.300.000 studenti coinvolti. Drammaticamente, una persona su due seguita dalle Fondazioni antiusura ha contratto debiti a causa dell’azzardo.
La Consulta denuncia le scelte del Governo che, nel 2024, ha proposto la soppressione dell’Osservatorio sulla dipendenza da gioco presso il Ministero della Salute, sostituendolo con una “Consulta dei giochi pubblici” presso il MEF, coinvolgendo i concessionari, e azzerato il fondo per la cura del Gioco d’Azzardo Patologico.
Per far fronte a quella che definisce una schiavitù incentivata, la Consulta propone misure precise: limitare la domanda e l’offerta, imporre pause obbligatorie nel gioco online, vietare sponsorizzazioni e pubblicità, garantire trasparenza nei dati, restituire centralità al Ministero della Salute e approvare una legge quadro nazionale che dia priorità alla salute pubblica.
“Le società dell’azzardo finanziano le campagne per curare i giocatori che loro stesse rovinano”, ha ricordato Papa Francesco. Per la Consulta, “vince davvero solo chi smette”. Ed è proprio su questa convinzione che intende proseguire il proprio cammino verso il trentennale, continuando a difendere dignità, legalità e speranza.
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