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Puglia

Sanità in affanno, Fimmg lancia l’allarme: “Il 118 pugliese è al collasso”

Nicola Gaballo: organici dimezzati e nessuna riforma, il sistema dell’emergenza urgenza rischia il tracollo definitivo

Ambulanze del 118 - archivio

Ambulanze del 118 - archivio

BARI - Non è più una difficoltà stagionale, ma un’emergenza strutturale. Il servizio 118 in Puglia versa in condizioni critiche e, nonostante le promesse della Regione, nulla si muove. A lanciare l’ennesimo grido d’allarme è Nicola Gaballo, referente per l’emergenza urgenza della Fimmg Puglia, che denuncia l’assenza di interventi concreti a un mese dalla riunione del Comitato permanente della medicina generale.

Nel corso dell’incontro, la Regione aveva condiviso con le organizzazioni sindacali la necessità urgente di rivedere e razionalizzare l’intero sistema del 118, messo in ginocchio dalla grave carenza di personale. Tuttavia, ancora una volta, alle parole non sono seguiti i fatti. “Sono anni che attendiamo una riforma efficace e un nuovo Accordo integrativo regionale per l’emergenza urgenza, ma continuiamo a ricevere solo dichiarazioni d’intenti”, sottolinea Gaballo.

Numeri impietosi: meno della metà dei medici in servizio

La denuncia è supportata da dati allarmanti. Secondo quanto riferito dalla Fimmg, la dotazione organica prevista nel 2009 era di 525 medici, ma oggi risulta più che dimezzata. Una situazione che costringe i pochi professionisti rimasti a turni massacranti e continui spostamenti tra postazioni pur di garantire la copertura dei servizi. Le ricadute sono drammatiche sia per la qualità dell’assistenza ai cittadini che per la tenuta psicofisica degli stessi operatori.

“Il problema non riguarda più solo l’estate – precisa Gaballo – ma l’intera tenuta del servizio nel medio periodo. Con queste condizioni, sempre più colleghi decidono di abbandonare il 118. E se non arrivano segnali concreti, il rischio è che il servizio non sia più sostenibile nemmeno in tempi ordinari”.

Sistema sotto stress e cittadini penalizzati

La difficoltà a garantire tempi di risposta adeguati, soprattutto nelle aree periferiche, diventa un problema di sicurezza pubblica. “Siamo oltre l’allarme. Il sistema è allo stremo, e senza una svolta immediata si rischia il collasso – conclude il referente Fimmg –. È ora che la Regione metta in campo azioni concrete, a partire da un piano di assunzioni straordinario e da un nuovo accordo che riconosca dignità e stabilità a chi lavora in prima linea nell’emergenza urgenza”.

Nel silenzio delle istituzioni, cresce la preoccupazione tra gli operatori sanitari e tra i cittadini pugliesi, che ogni giorno si affidano a un servizio divenuto ormai fragile e insufficiente.

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