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Gallipoli

Malamovida, baby gang incubo dei turisti: aggrediti a Baia Verde

In almeno 4 episodi, giovani vacanzieri sono stati accerchiati e rapinati con bottiglie rotte e catene. La polizia intensifica i controlli, ma cresce l’allarme tra chi arriva nella “Perla dello Ionio” per godersi l’estate

La Polizia di Stato di Lecce

La Polizia di Stato di Lecce

GALLIPOLI - Gallipoli si risveglia con l’incubo della violenza giovanile. In quello che dovrebbe essere uno dei luoghi simbolo del divertimento estivo in Puglia, Baia Verde, si moltiplicano gli episodi di aggressioni notturne ai danni di turisti, presi di mira da bande di giovanissimi armati di bottiglie e catene. L’ultimo fine settimana ha segnato un’escalation che ha messo in allarme residenti, forze dell’ordine e operatori turistici.

Almeno 4 le aggressioni denunciate nella notte tra sabato 21 e domenica 22 giugno, tutte avvenute in un contesto simile: giovani in vacanza aggrediti all’uscita dei locali notturni, accerchiati con la scusa di una sigaretta o di un’informazione, e poi minacciati con violenza da gruppi composti da 5 o 6 ragazzi.

Le vittime, in gran parte turisti provenienti da Palermo e dalla Campania, hanno raccontato di essere state spinte contro i muri, private dei propri oggetti personali e costrette a fuggire in preda al panico. La strategia delle baby gang è ormai consolidata: si muovono in gruppo, scelgono strade poco illuminate e agiscono in pochi secondi, sfruttando l’effetto sorpresa.

Sul posto sono intervenute le volanti della polizia, che hanno raccolto le testimonianze, avviato le indagini e disposto un’intensificazione dei controlli nella zona di Baia Verde. Le vittime sono state poi riaccompagnate in sicurezza alle proprie abitazioni estive con l’ausilio di navette private messe a disposizione dagli operatori locali.

Il fenomeno della malamovida violenta torna dunque a preoccupare Gallipoli, che ogni estate accoglie migliaia di giovani attratti da spiagge, discoteche e locali sul mare. Ma l’ombra della microcriminalità rischia ora di compromettere la reputazione della “Perla dello Ionio”, già scossa in passato da episodi simili.

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