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Corruzione elettorale, la Procura chiede l’archiviazione per 51 indagati: “Voti venduti? Un peccato veniale”

Nell'inchiesta che travolse Donatelli, Cataldo e Maurodinoia, i pm propongono di non procedere contro decine di cittadini che ammisero di aver ricevuto denaro per votare. Restano in 18 a rischio processo

Elezioni

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BARI - La Procura di Bari ha depositato la richiesta di archiviazione per 51 persone coinvolte nell’indagine per corruzione elettorale che, nella primavera 2024, aveva scosso il panorama politico pugliese portando agli arresti domiciliari Antonio Donatelli, all’epoca sindaco di Triggiano, e Sandrino Cataldo, ex leader del movimento Sud al Centro e marito della consigliera regionale Anita Maurodinoia.

Secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, i voti sarebbero stati ceduti in cambio di 50 euro o con la promessa di un lavoro. Tuttavia, per la magistratura barese, questi episodi non configurerebbero un reato grave al punto da giustificare il processo, trattandosi – così è stato definito – di “un peccato veniale” sul piano penale.

Gran parte degli indagati, molti appartenenti allo stesso ambito familiare, durante gli interrogatori con le forze dell’ordine, hanno ammesso di aver ricevuto denaro. Alcuni avrebbero giustificato la scelta come una necessità: c’era chi, con quei soldi, doveva pagare le bollette.

Diversa la posizione per i 18 imputati principali, per i quali l’inchiesta andrà avanti. È fissata per il 3 luglio, davanti al giudice per l’udienza preliminare Susanna De Felice, l’udienza che vede alla sbarra, oltre a Donatelli e Cataldo, anche Anita Maurodinoia e altre 15 persone. Le accuse a carico variano da associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, a calunnia, falso e corruzione.

Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, il meccanismo corruttivo non avrebbe riguardato solo le elezioni comunali del 2019 a Triggiano, ma anche le amministrative del 2020 a Grumo Appula, quando si chiedeva agli elettori di esprimere il voto per i candidati locali e per Maurodinoia, che nella tornata elettorale ottenne 22.000 preferenze risultando eletta al Consiglio regionale della Puglia. Un risultato che le valse il soprannome di “lady preferenze” del Partito Democratico pugliese.

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