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Bitonto

Ulivi sradicati per far posto al fotovoltaico, si infiamma la protesta degli agricoltori

Dopo l’espianto di 2.100 alberi, Cia Puglia accusa: "Deturpato il territorio, ignorata la vocazione agricola"

Gennaro Sicolo

Gennaro Sicolo

BITONTO – Il consiglio comunale monotematico convocato il 20 giugno per discutere dell’espianto di 2.100 ulivi destinato a lasciare spazio a un parco fotovoltaico si è concluso senza alcuna decisione concreta. Una chiusura che ha lasciato il segno tra le associazioni agricole e ambientaliste, che denunciano una mancanza di trasparenza e l’assenza di un reale coinvolgimento nei processi decisionali.

A farsi portavoce dell’indignazione è Gennaro Sicolo, presidente regionale e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, che in una lunga lettera aperta ha parlato di “scempio” e di “ferita profonda inferta al territorio”. Secondo Sicolo, l’intera vicenda dimostra come scelte amministrative gravi possano essere adottate senza un vero confronto con chi il territorio lo vive e lo lavora ogni giorno.

Nel mirino, oltre alla scelta stessa di autorizzare il progetto, anche il modo in cui è stata gestita la valutazione delle condizioni degli alberi: "Gli ulivi sono stati descritti prima come in buone condizioni, poi improvvisamente definiti in stato pessimo. Qual è la verità?", chiede Sicolo, sottolineando che da oltre 24 giorni è stato richiesto l’accesso agli atti senza alcun riscontro.

"Non è accettabile", incalza il presidente di CIA Puglia, "che un territorio storicamente legato all’olivicoltura venga trattato come una zona sacrificabile in nome di una transizione energetica senza regole". Anche perché, come ricordato durante il dibattito in aula, la Sezione regionale Tutela e Valorizzazione del paesaggio aveva espresso parere negativo sul progetto.

Il paradosso, secondo gli agricoltori, è evidente: in una zona classificata come ASI, dunque destinata allo sviluppo industriale, ma ricca di ulivi in produzione, si è deciso di abbattere la vocazione agricola per costruire impianti fotovoltaici, senza valutare alternative né salvaguardare le peculiarità del paesaggio.

Sicolo rifiuta qualsiasi lettura strumentale: "La nostra è una battaglia civile, appassionata, ma senza colori politici. Difendiamo l’identità agricola del nostro territorio, non ci interessano le bandiere. Chi ci accusa di populismo ignora la fatica quotidiana dei contadini".

Durante l’incontro, alcuni tecnici hanno confermato l’esistenza di altri progetti fotovoltaici simili già autorizzati, rendendo ancora più urgente l’allarme sollevato dagli agricoltori. Secondo Sicolo, "abbiamo almeno bloccato altri possibili espianti, ma la battaglia è appena iniziata".

Il caso Bitonto rischia ora di diventare un precedente pericoloso. Non solo per la Puglia, ma per tutte le regioni dove il confine tra sostenibilità ambientale e tutela dell’agricoltura rischia di diventare una linea sottile, troppo spesso varcata senza criterio.

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