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Bitonto
22 Giugno 2025 - 07:10
Diversamente abili
BITONTO - Ancora un episodio di violenza ai danni di un ragazzo con disabilità motoria. Questa volta a Bitonto, in provincia di Bari, suscitando indignazione e preoccupazione tra cittadini e istituzioni. Il fatto è avvenuto nei pressi della villa comunale, dove un ragazzo, giovane con difficoltà motorie, sarebbe stato vittima di derisioni e aggressioni fisiche da parte di una cosiddetta baby gang.
A riferire l’accaduto sono alcuni testimoni, secondo cui il ragazzo sarebbe stato schernito, spintonato e fatto cadere a terra, rischiando gravi conseguenze per la propria incolumità. La denuncia pubblica è arrivata dalla madre di due minori che hanno assistito alla scena senza poter intervenire. Anche se non è stata ancora presentata una denuncia formale, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) invita a non sottovalutare la gravità del gesto, definendolo un atto ignobile che colpisce l’intera società civile.
In una nota ufficiale, il presidente del CNDDU, prof. Romano Pesavento, ha espresso profonda indignazione per quanto accaduto, sottolineando che atti del genere non sono solo episodi di violenza fisica e psicologica, ma sintomi evidenti di una crisi morale che coinvolge alcune fasce giovanili. “È un’offesa ai valori costituzionali – ha dichiarato – alla dignità della persona, all’uguaglianza e al principio di inclusione”.
Secondo il Coordinamento, la risposta non può limitarsi alla condanna: serve una mobilitazione delle istituzioni scolastiche, sociali e politiche, affinché si avvii un percorso educativo profondo e strutturato. La scuola, in particolare, deve rafforzare il proprio ruolo come luogo di formazione alla cittadinanza e alla legalità, attraverso programmi mirati che educhino al rispetto delle diversità e alla cultura dei diritti umani.
Il CNDDU lancia un appello al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, affinché si attivi un piano nazionale contro la violenza e per l’inclusione scolastica, rivolto ai docenti e agli studenti di ogni ordine e grado. Secondo Pesavento, non bastano interventi sporadici, ma serve una strategia sistemica e permanente, in grado di costruire nei giovani una coscienza civica e solidale.
L’aggressione a Paolo, prosegue la nota, non è un caso isolato, ma si inserisce in una più ampia crisi di valori che attraversa le nuove generazioni. Per questo, il CNDDU propone di rafforzare i programmi di prevenzione del disagio giovanile, potenziare la presenza di educatori di strada, attivare sportelli di ascolto psicologico nelle scuole e lanciare campagne di sensibilizzazione contro bullismo, discriminazioni e violenza.
Solidarietà piena è stata espressa a Paolo e alla sua famiglia, con l’auspicio che riceva presto il sostegno e la giustizia che merita. Il Coordinamento chiede anche alle autorità locali e nazionali di fare luce sull’episodio e potenziare gli strumenti di presidio e protezione del territorio, per garantire sicurezza e rispetto soprattutto a chi vive in condizioni di fragilità.
“Colpire una persona con disabilità significa colpire l’intera comunità”, conclude il comunicato. “Non possiamo permettere che simili atti vengano normalizzati. È nostro dovere educare i giovani al rispetto, alla solidarietà e alla convivenza civile. E reagire, ogni volta, con la massima determinazione”.
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